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Imprese costruzioni: in forte diminuzione il numero di fallimenti. -14,3% in un anno

Stando alle ultime rilevazione diffuse da CRIBIS sempre meno imprese sono costrette a dichiarare fallimento. Nel secondo trimestre dell’anno le aziende riferibili al settore edilizio che hanno portato i libri in tribunale sono state 1256 facendo così segnare il più alto tasso di diminuzione dei fallimenti dell’ultimo triennio

Continua a diminuire il numero di imprese costrette a dichiarare fallimento. A livello generale nel secondo trimestre del 2017 sono complessivamente state 3.190 le aziende che hanno portato i libri in tribunale (facendo così salire a 6.188 il numero nei primi sei mesi dell’anno). Una cifra che, dopo il picco raggiunto nel 2014 quando i fallimenti erano stati 15.336 (4.190 nel secondo trimestre), è calata costantemente anno su anno. Tasso di diminuzione salito a due cifre pure tra le imprese operanti nel comparto delle costruzioni ed edilizio in particolare. A rivelarlo è l’Analisi dei Fallimenti in Italia aggiornata a fine giugno di CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information, che ha indagato la situazione dei fallimenti delle imprese italiane nel corso del 2017. “Dopo anni in cui si sono registrati continui aumenti di casi di fallimenti delle nostre imprese, questa prima parte del 2017 è caratterizzata da buone notizie derivanti da un ulteriore calo delle imprese che hanno portato i libri in tribunale – ha commentato Marco Preti, A.D. di CRIBIS -. I risultati della nostra indagine parlano chiaro: se paragoniamo la situazione di fine giugno 2017 con quella dello stesso periodo del 2016 emerge una diminuzione del 15,7% del numero dei fallimenti. Percentuale che sale al 22,2% se paragonata ai numeri di fine 2014. Segnali positivi che testimoniano un miglioramento dello stato di salute del tessuto industriale italiano e che fanno sperare in una ripresa economica. Nonostante queste buone notizie, il confronto con il 2009 rimane ancora critico. Dal 2009 ad oggi, infatti, la percentuale dei fallimenti è cresciuta del 34,7%, del 10,6% rispetto al 2010. Dati, questi ultimi, che evidenziano quanto per le imprese sia fondamentale individuare quali possono essere i migliori partner commerciali e quali invece le imprese non affidabili. Ci sono vari indicatori che ci possono servire per valutare lo stato di salute di un’azienda. Uno dei più importanti è la puntualità nei pagamenti, mentre rimane parallelamente strategico investire nella gestione del credito commerciale e raccogliere informazioni sui possibili clienti, che siano italiani o esteri, per evitare brutte sorprese”. Il settore che ha sofferto di più nella prima metà del 2017 è quello del commercio, che ha visto ben 2.072 imprese chiudere i battenti. Sebbene il commercio detenga questo primato già da diversi anni, bisogna segnalare che il numero di fallimenti di imprese attive nel settore è in costante calo dal 2014 e che rispetto a dodici mesi fa è diminuito del 14,7%. A pari del settore commerciale, anche nell’industria e nell’edilizia il numero di fallimenti risulta essere in continua discesa negli ultimi anni, con una riduzione dei fallimenti rispettivamente del 17,8% e del 14,3% rispetto al 2016. Perfino il comparto dei servizi, che fino allo scorso anno aveva sempre visto aumentare il numero di imprese fallite, è riuscito a invertire la tendenza, registrando un calo del 10,6% rispetto a dodici mesi fa. A livello di distribuzione territoriale risultano essere notevoli le differenze da regione a regione, differenze evidentemente correlate alla densità di imprese attive nelle diverse aree del paese. La Lombardia, con 1.300 imprese che hanno chiuso i battenti nel 2017 e un’incidenza sul totale dei fallimenti in Italia del 21,4%, si conferma la regione con il maggior numero di aziende che hanno portato i libri in tribunale. Le imprese lombarde detengono anche il primato di fallimenti dal 2009 a oggi, che ammontano a 23.542. Completano il podio il Lazio, con 786 aziende fallite nei primi sei mesi di quest’anno (11.647 dal 2009 a oggi) e un’incidenza sul totale dei fallimenti in Italia del 12,7%, e la Campania, che quest’anno ha registrato 539 fallimenti (8.854 dal 2009) che hanno inciso sul totale italiano per l’8,7%.Nelle prime dieci posizioni si collocano anche il Veneto (con 511 fallimenti), la Toscana (482), l’Emilia Romagna (458), il Piemonte (381), la Sicilia (378), la Puglia (295) e le Marche (182).

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