Si conferma notevole l’interesse degli italiani per la possibilità offerta di utilizzare il Superbonus.
A ribadirlo l’indagine condotta tra il 18 ed il 20 settembre 2020 per Facile.it da mUP Research e Norstat che, interrogando un campione rappresentativo della popolazione nazionale (vedi nota), ha evidenziato come quasi 1 italiano su 2 (48,6%), pari a più di 21 milioni di italiani, abbia espresso l’intenzione di utilizzare il Superbonus introdotto dal Dl Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese per alcuni specifici interventi di efficientamento energetico degli immobili o adeguamento sismico effettuati tra 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021.
Immobile su cui si pensa di utilizzare il Superbonus
Stando a quanto reso noto, dai dati dell’indagine emergerebbe anche che più di 11,7 milioni di italiani (55%), tra coloro che hanno dichiarato di volere utilizzare il Superbonus, lo farà per il condominio in cui risiedono, mentre il 29,3%, pari a più di 6.250.000 italiani, lo utilizzerà per la casa unifamiliare di residenza.
Questa percentuale aumenta fino a raggiungere il 32,1% per gli abitanti del Sud e delle isole, “probabilmente perché in questa zona d’Italia le abitazioni unifamiliari sono più diffuse e molti immobili, a causa del loro stato di conservazione, necessitano di interventi importanti” si legge nel comunicato.
Ad oltre 2 milioni ammonterebbero gli italiani che hanno espresso l’intenzione di utilizzare il Superbonus per le seconde case, siano esse un immobile unifamiliare o parte di un condominio.
Opzione indicata di utilizzo del 110%
Molto interessante quanto rilevato in merito alle modalità indicate di utilizzo del 110%. Tra coloro che hanno dichiarato di volerne usufruire per un condominio la maggior parte (46%) ha dichiarato cederà il credito di imposta, mentre il 42,9% intende detrarre d quanto possibile nella dichiarazione dei redditi. Solo il 21,6% ha dichiarato l’intenzione di richiedere l’opzione dello sconto in fattura.
Passando a quanti si sono dichiarati interessato ad utilizzare il Superbonus per una casa unifamiliare, pure in questo caso si rileverebbe come la maggior parte (45,3%) sia intenzionata a voler cedere il credito di imposta alla banca o altri soggetti.
A seguire quelli che pensano di detrarre quanto possibile nella dichiarazione dei redditi (43,8%) e, in ultimo, chi cercherà usufruire dell’opzione dello sconto in fattura (18,6%).
Per quali interventi “trainati”
Come oramai dovrebbe essere ben noto per poter utilizzare il Superbonus del 110% è necessario un miglioramento di 2 classi energetiche attraverso l’effettuazione di lavori che devono obbligatoriamente comprendere almeno uno degli interventi tra quelli definiti “trainati”. Opere che è possibile sintetizzare in: lavori di isolamento termico delle superfici esterne dell’edificio riscaldato (cappotto), sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti e quelli antisismici e di riduzione del rischio sismico.
L’indagine ha indagato anche su tali aspetti rilevando come tra coloro che hanno intenzione di usufruire del Superbonus, più di 1 italiano su 2 (58,2%), pari a quasi 12,4 milioni di individui, pensa di ricorrere al 110% per l’intervento di isolamento termico (cappotto ), percentuale che sale fino al 63,4% tra i residenti del Sud e delle isole.
Sempre tra chi pensa di utilizzare l’agevolazione, più di 7.300.000 (34,7%) sarebbero gli italiani che hanno espresso l’intenzione di sostituire l’impianto di climatizzazione invernale esistente con impianti centralizzati per il riscaldamento, raffreddamento o fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, mentre il7,1%, vale a dire più di 1,5 milioni di individui, si dedicherà all’implementazione di misure antisismiche.
Sono soprattutto gli abitanti del Centro Italia (10%) a voler ricorrere a questo tipo di intervento.
Perché si rinuncia al Superbonus
Se fra gli intervistati quasi la metà ha dichiarato di voler utilizzare il Superbonus, c’è anche chi pensava di usufruirne ma alla fine ha scelto di non farlo a causa della quantità di documenti necessaria; secondo l’indagine sono più di 3 milioni di italiani. A dichiarare di avere rinunciato per questo motivo sono stati principalmente i residenti del Nord Est.
Più di 6 milioni (14,4%), invece, i nostri connazionali che avrebbero ammesso di non aver capito bene come funziona l’agevolazione, percentuale che raggiunge il 17,3% tra coloro che abitano nel Sud Italia.
Nota su metodologia utilizzata: n. 1.009 interviste CAWI con un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta in età compresa fra 18 e 74 anni) sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta tra il 18 ed il 20 settembre 2020.