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Tiene il mercato dell’acciaio, ma peggiora ancora la redditività

Come la maggioranza dei settori produttivi, anche quello siderurgico ha registrato un rallentamento negli ultimi mesi dello scorso anno, facendo comunque segnare un modesto miglioramento della solidità del comparto e una stabilità degli indicatori di liquidità. Di certo c'è che il 2020 lascerà segni ben visibili sui bilanci delle imprese dell’acciaio

 

È peggiorata nel 2019 la redditività dell’acciaio. Stando a quanto rilevato dalla dodicesima edizione dello studio Bilanci d’Acciaio 2020, ideato dall’Ufficio Studi siderweb, tutti gli indici hanno toccato i valori più bassi dell’ultimo triennio e i tassi di ritorno sugli investimenti e sulle vendite sono in calo.

Come la maggioranza dei settori produttivi, anche quello siderurgico ha registrato un rallentamento negli ultimi mesi dello scorso anno, facendo comunque segnare un modesto miglioramento della solidità del comparto e una stabilità degli indicatori di liquidità.
Di certo c’è che il 2020 lascerà segni ben visibili sui bilanci delle imprese dell’acciaio. “Per questo, sono necessari seri interventi strutturali” si legge nel. comunicato

Effettuata  in collaborazione con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzato da UBI Banca, Coface e Regesta, l’analisi presentata oggi online ha valutato la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio 2019.

Oltre 5 mila bilanci analizzati

I bilanci complessivamente analizzati sarebbero oltre 5mila a copertura dell’intera filiera siderurgica: produzione di acciaio e prima trasformazione, centri servizio, distribuzione, commercio di rottame e ferroleghe, taglio e lavorazione della lamiera, utilizzatori di acciaio.

Nel dettaglio il 2019 è stato un anno di flessione: dopo una prima parte relativamente positiva, la seconda ha visto l’emergere di chiari segnali di rallentamento, che la successiva pandemia del 2020 ha sensibilmente accelerato. La redditività ha risentito della minore marginalità e dalla decrescente efficienza finanziaria legata alla perdita di fatturato.

Il fatturato totale indicato per le imprese della parte alta della filiera siderurgica (utilizzatori esclusi) ammonta nel 2019 a 58,265 miliardi di euro (-0,6% rispetto al 2018). La contrazione più forte viene registrata dalla distribuzione e del commercio di rottame e ferroleghe; l’Ebitdata di 3,253 miliardi di euro (-27,4%) e l’utile fermo a 409 milioni di euro (-75,3%*) rappresentano l’immagine più plastica.

Invariata, intorno al 15%, risulterebbe l’incidenza sul fatturato del valore aggiunto (8,3 miliardi di euro) . «È un risultato contenuto ma importante – ha spiegato Claudio Teodori, professore ordinario di Economia aziendale dell’Università degli Studi di Brescia -, poiché è fondamentale accrescere o mantenere il valore per assicurare l’ottenimento di una situazione economica adeguata.

Fare dipendere gli indici di redditività esclusivamente dall’andamento della domanda, che si sta riducendo, significa poggiare il futuro su basi poco solide. È necessario agire sul livello qualitativo, puntando all’ottenimento di prodotti caratterizzati da originalità e specificità, in quanto potenzialmente portatori di maggiore valore aggiunto e marginalità, oltre che di minore sostituibilità da parte dei Paesi con costi produttivi più bassi».

Stabili risultano essere gli indicatori di liquidità, con un equilibrio nell’intero settore tra attività e passività a breve. Leggermente migliorata la solidità del comparto; stando ai dati le imprese hanno ridotto il rapporto di indebitamento e aumentato l’equilibrio in termini di coerenza temporale tra durata degli investimenti e dei finanziamenti.

In dettaglio, il comparto che raggiunge sempre la posizione relativa migliore per redditività e solidità nell’ultimo triennio è il taglio e lavorazione della lamiera.

La produzione presenta una buona solidità, con risultati reddituali minori. I centri servizio sono connotati da stabilità nella redditività e da un’insoddisfacente solidità, mentre la distribuzione, come già segnalato, mostra una posizione relativa in peggioramento, soprattutto a causa della redditività. Il commercio di rottame e ferroleghe mantiene inalterato il suo posizionamento, allineandosi alla media.

Previsioni per l’anno in corso e il 2021

Per il 2020  è indubbio che la riduzione del consumo di acciaio da parte dei settori utilizzatori e la compressione degli spread fra prezzi di vendita dei prodotti e costi degli input, accelerate dalle dinamiche di mercato innescate dalla pandemia di Covid-19, avranno un impatto negativo molto rilevante su tutti i principali indicatori econometrici dellle aziende dal fatturato, ai margini dalla redditività all’indebitamento.

«Il comparto più penalizzato – è stata la previsione di Gianfranco Tosini dell’Ufficio Studi siderweb – sarà quello della produzione di laminati piani con ciclo integrale. Per due motivi: la maggiore concentrazione di settori utilizzatori con la peggiore performance produttiva e la diminuzione del differenziale fra prezzi di vendita dei prodotti e costo della principale materia prima, cioè il minerale di ferro». Decisamente migliori le aspettative per il 2021.

Stando a quanto rilevato un sondaggio, per l’anno prossimo il 74% delle imprese ipotizza un fatturato in crescita; il 16% pensa a un’ulteriore riduzione e il 10% a stabilità.

Quanto alle operazioni significative previste nel 2021, il 25% identifica come prioritario lo sviluppo di accordi di collaborazione strategici con imprese della filiera; il 14% l’acquisizione di società che vi fanno parte; il 18% la riorganizzazione degli stabilimenti; il 13% la diversificazione dell’attività; l’8% progetti di internazionalizzazione. L’1,4% pensa alla cessione o alla liquidazione dell’attività.

 

 

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