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Appalti, Anima suggerisce adozione “volontaria” art 137 codice

Su questa scia si è già mossa negli scorsi mesi la Francia, il cui Ministero dell'Industria ha avviato iniziative significative per favorire l'adozione volontaria dell'articolo 137 da parte delle stazioni appaltanti francesi

il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli Apportare una variazione al codice appalti attraverso l’adozione volontaria per le stazioni appaltanti di quanto previsto dall’art.137.  E’ quanto propone Anima in relazione ai  fondi messi a disposizione nell’ambito di Next Generation EU grazie ai quali poter effettuare anche investimenti di ammodernamento e riqualificazione nell’edilizia pubblica, dal social housing alle scuole, ospedaliera e sanitaria.

Ambito che anche secondo Anima rende opportuno (e condivisibile) intervenire sulla regolamentazione dei contratti pubblici e delle gare d’appalto attraverso quel rapporto di reciprocità stabilito dall’Art 137 che al comma 1 dispone  che: “Fatti salvi gli obblighi assunti nei confronti dei Paesi terzi, il presente articolo in vigore dal 20 maggio 2017 si applica a offerte  contenenti prodotti originari di Paesi terzi con cui l’Unione europea non ha concluso, in un contesto multilaterale o bilaterale, un accordo che garantisca  un accesso comparabile ed effettivo delle imprese dell’Unione ai mercati di  tali paesi terzi».

Indicazione art 137 non applicate

Art.137 del Codice appalti che al comma 2 stabilisce: “Qualsiasi  offerta presentata per l’aggiudicazione di un appalto di forniture può essere  respinta se la parte dei prodotti originari di Paesi terzi, ai sensi del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del  Consiglio, supera il 50 per cento del valore totale dei prodotti che compongono  l’offerta. In caso di mancato respingimento dell’offerta a norma del presente  comma, la stazione appaltante motiva debitamente le ragioni della scelta e  trasmette all’Autorità la relativa documentazione (…)».

Indicazioni che denuncia Anima oggi risulta nei fatti inevasa nonostante sia presente nelle linee guida del 2019 della Commissione europea sulle offerte di prodotti da Paesi terzi, ripresa  proprio nell’Art.137 del Codice Appalti.

«Oltre alle numerose proposte di semplificazione e di accelerazione delle procedure – ha dichiarato il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli – per permettere uno svolgimento più efficiente dei lavori, è necessario sensibilizzare le stazioni appaltanti sull’importanza per l’economia nazionale che l’adozione volontaria dell’Art.137 del Codice appalti può portare.

Opportuno intervento chiarificatore

In questo modo, sarebbe possibile stimolare maggiormente il mercato interno e garantire un’alta affidabilità dei materiali e delle tecnologie utilizzate nelle opere di riqualificazione delle nostre infrastrutture rendendo, di fatto, le imprese italiane più competitive. L’Italia rappresenta un’eccellenza mondiale nella meccanica: per assurdo, le nostre tecnologie sono molto richieste all’estero, soprattutto dai Paesi più virtuosi, mentre in Italia tendiamo ad acquistare materiali e tecnologie da paesi terzi».

Come evidenziato dal presidente Nocivelli, «….Rendere effettivo tale vincolo con un intervento chiarificatore all’interno del Codice dei contratti pubblici, senza provocare un aumento dei costi per le stazioni appaltanti, migliorerebbe in modo deciso la qualità e la sicurezza delle infrastrutture realizzate, gestite e manutenute, innescando un circolo virtuoso nell’economia italiana.

In tutti i bandi pubblici, nazionali e locali, per la realizzazione di opere grandi o piccole, infatti, le aziende italiane possono vantare non solo l’impegno per la qualità e la sicurezza delle infrastrutture, ma il valore aggiunto delle proprie competenze e della responsabilità di creare lavoro e produrre valore nel nostro Paese e in Europa rispetto ai competitor extraeuropei che adottano politiche di prezzo spregiudicate mentre nei loro paesi di provenienza i nostri prodotti subiscono dazi pesanti e spesso vengono direttamente discriminati negli appalti pubblici».

Beneficio appalti per tutte le filiere

Rispettando tale direttiva, «molte filiere – ha proseguito Nocivelli – potrebbero beneficiare da questa applicazione virtuosa del Codice dei contratti pubblici: dalle infrastrutture dedicate all’energia tradizionale e green allo sviluppo industriale e manifatturiero in generale, dalla riconversione o attualizzazione degli impianti siderurgici e della metallurgia fino all’edilizia e, soprattutto, al settore delle infrastrutture idriche».

Su questa scia si è già mossa negli scorsi mesi la Francia, il cui Ministero dell’Industria ha avviato iniziative significative per favorire l’adozione volontaria dell’articolo 137 da parte delle stazioni appaltanti francesi.

Come risultato, già lo scorso autunno ben 80 tra le maggiori stazioni appaltanti francesi avevano aderito a questa normativa e sempre più ne sono attese considerando il forte impegno in questo senso da parte del Governo francese.

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