Con la prosecuzione della fase di conversione di Dl denominato Sostegni Bis modificato (DDL2320) prossimo oramai alla definitiva approvazione al Senato (probabilmente anche qui con richiesta del voto di fiducia) il caro materiali per – alcuni- prodotti da costruzione potrebbe presto avere una area di compensazione a seguito dell’introduzione dell’Art. 1-septies che prevede disposizioni urgenti in materia di revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici.
Norma che dispone l’emanazione di un provvedimento attuativo da parte del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) che avrà il compito di rilevare entro il 31 ottobre 2021 le variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori all’8% verificatesi nel primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi.
Materiali per i quali se saranno rilevate variazioni superiori o inferiori si procederà alle compensazioni, in aumento o in diminuzione. Misura che istituisce pure un fondo ad hoc con dotazione di 100 milioni di euro.
Ne aveva a suo tempo accennato Leyle Ciagà, Deputata del PD e docente al Polimi a proposito dell’attualizzazione e semplificazione del Superbonus, e nell’auguraci che un simile provvedimento possa coinvolgere anche i prezzari regionali da utilizzare come riferimento per l’indicazione del costo massimo, soddisfazione per l’approvazione della norma è stata espressa da ANCE che molto si è battuta per la sua introduzione:
“Con l’approvazione della norma sul caro materiali possiamo tirare un sospiro di sollievo e scongiurare la chiusura di migliaia di cantieri – ha commentato con soddisfazione Gabriele Buia , presidente ANCE – . Un risultato importante che abbiamo ottenuto grazie all’attenzione dimostrata da Governo e Parlamento alle nostre istanze nell’interesse della crescita e della ripresa dell’intera economia”.
Si tratta di un meccanismo di ristoro che mette l’Italia alla pari con gli altri Paesi UE che già prevedono nel loro ordinamento misure di compensazione.
“Come ANCE siamo stati i primi a segnalare alcuni mesi fa questo grave problema che sta mettendo a rischio la realizzazione di interventi infrastrutturali importanti per il futuro del nostro Paese – ha proseguito Buia – Ora però bisogna occuparci di tutti gli altri cantieri privati, compresi quelli della ricostruzione nelle zone terremotate” che in proposito chiede “di trovare rapidamente un rimedio analogo anche per i cantieri privati, che rappresentano un elemento importante per la ripresa e per la riqualificazione delle città”.