Presentato online da Carmine Garzia, responsabile dell’Ufficio Studi Economici Unicmi, la prima edizione 2022 del Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio che contiene l’analisi del mercato dei serramenti e delle facciate continue nel 2021 con le previsioni per il 2022 e l’outlook per il 2023.
“Abbiamo difronte un quadro potenzialmente positivo e alle spalle un anno straordinario per risultati e numeri ma non possiamo negare una forte preoccupazione per il futuro”– ha dichiarato Guido Faré, presidente Unicmi, aprendo l’incontro- Sarebbe ingiusto però mettere in relazione la nostra preoccupazione con le drammatiche vicende di guerra che stiamo vivendo; la guerra ci deve indignare prima che preoccupare.
Ciò che più prosaicamente ci preoccupa invece è che per affrontare questi tempi così incerti è evidente come il mercato abbia bisogno di regole certe e definitive per uscire dalla confusione generata dal susseguirsi e sovrapporsi di interventi legislativi su ecobonus e superbonus che hanno tenuto e stanno tenendo fermo il mercato in questi mesi.
Sono arrivate le nuove regole sulla cessione dei crediti, ora ci auguriamo che sia pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM Prezzi firmato dal Ministro Cingolani per consentire alle nostre imprese di riprendere con il massimo slancio possibile il proprio impegno sul mercato.”
Analisi e dati “… Per i quali non è possibile fare la tara con l’assurda condizione di incertezza che stiamo vivendo e che quindi devono essere considerati astraendo i ragionamenti dalla variabile impazzita della guerra nella viva speranza che anche questa volta si riveli corretto il ragionato ottimismo che spesso accompagna il commento dei dati” ha ribadito Pietro Gimelli D.G di Unicmi.
Dati e analisi che saranno diffusi sul sito windowmarket e che “…potrebbero essere resi inattendibili già nei prossimi giorni dalla tempesta provocata dalla situazione di guerra – ha ancora puntualizzato Carmine Garzia – . E’ chiaro che in caso di crisi finanziaria e turbolenze sul mercato delle materie prime tutte queste previsioni vanno riviste… Se il quadro generale ereditato dal 2021 è positivo e delineava uno scenario di crescita biennale (2022 e 2023), oggi dobbiamo fare i conti, oltre che con i pesantissimi rincari energetici, anche con la guerra in Ucraina che sta determinando una forte instabilità sul mercato della materia prima e che spinge a rallentare o bloccare alcune produzioni. Se la situazione d’instabilità dovesse estendersi anche ai mercati finanziari ci potrebbero essere pesanti conseguenze per gli investimenti nelle costruzioni causando un forte rallentamento della domanda di serramenti e facciate….per questo possiamo prevedere di rivederci per aggiornamenti magari con una cadenza maggiore.
Andamento della domanda
Entrando nel merito dell’analisi del mercato è indubbio che numeri come quelli rilevati lo scorso anno difficilmente potranno comunque essere ripetuti.
Complessivamente, nel 2021 il mercato dei serramenti (con profili di tutti i materiali) e delle facciate continue risulta essere cresciuto del 21,1% raggiungendo il valore di 5,39 miliardi di euro di cui 3,3, nel mercato residenziale e 2,09 nel mercato non residenziale (di cui: 1,448 miliardi di euro per i serramenti e 608 milioni di euro per le facciate continue).
Il trend positivo viene stimato essere in aumento pure nel 2022 anche se con un brusco rallentamento dei tassi di crescita: +6,8% nel 2022 e +4,5% nel 2023. La crescita in valore è da attribuire anche all’aumento del costo dei fattori produttivi (energia, logistica, alluminio, plastiche, metallo) che è stato in parte ribaltato sul prezzo finale. La crescita nel comparto residenziale sarà del 6,6% nel 2022 e del 4,1% nel 2023, il comparto non residenziale (che include le facciate continue) crescerà del 7,2% nel 2022 e del 5,2% nel 2023.
Dal 2020 al 2023 il mercato delle finestre crescerà di ben 2 milioni di pezzi, di cui 1,7 nel segmento delle ristrutturazioni residenziali.
Gli incentivi fiscali per la sostituzione degli infissi (combinazione di Bonus Casa, Superbonus 110% ed Ecobonus) hanno generato nel 2021 una domanda di serramenti di 2,183 miliardi di Euro, e nel 2022 di circa 2,4 miliardi di euro, il dato più alto da quanto sono stati introdotti gli incentivi fiscali nel comparto edile. Il dato è destinato a ridimensionarsi in modo significativo nel 2023 a parità di schema d’incentivi.
Serramenti metallici e facciate continue
I serramenti metallici avrebbero conosciuto una crescita record nel 2021 pari al 22,5% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 1,714 miliardi di euro, superando il valore raggiunto nel 2010. Pure in questo caso le prospettive di crescita restano positive, anche se con tassi inferiori: nel 2022 +6,8% e nel 2023 +2,6%. Oltre il 50% del fatturato dei costruttori di serramenti metallici è generato da interventi incentivati, e il loro mantenimento è essenziale per accompagnare la ripresa del mercato soprattutto considerando la contrazione dei margini di crescita nel 2022 e nel 2023.
Il mercato italiano delle facciate continue risulta essere cresciuto dell’11,2% nel 2021 raggiungendo i 608 milioni di euro (un dato di poco inferiore a quanto registrato nel 2009), l’onda lunga dei grandi cantieri aperti (pre e post-pandemia) proseguirà anche nel 2022 (+7%) e nel 2023 (+5,2%).
La crescita del 2021 è anche il risultato della crescita dei costi di alcuni fattori produttivi. Unicmi ha stimato l’impatto (ponderato per l’incidenza sui costi industriali di produzione) dell’aumento dei costi di alluminio, acciaio ed energia, sulla crescita del comparto dei serramenti metallici ottenendo un dato del +12,9%. Per cui la crescita “reale” del comparto dei serramenti metallici (nel 2021) dovrebbe essere ricalcolata sottraendo ai tassi rilevati sopra, il 13% di crescita dei costi dei fattori produttivi.
Il mercato dei serramenti continuerà ad essere trainato principalmente dal settore del recupero residenziale, dove gli incentivi fiscali contribuiranno a sostenere la domanda. Il superbonus condomini, se non subirà ulteriori cambiamenti e limitazioni, darà un “boost” significativo al mercato che potrà i 2,4 miliardi di euro nel 2022.
Il settore non residenziale continuerà ad essere alimentato dal completamento delle iniziative interrotte o rallentate durante la pandemia da COVID19 e beneficerà dell’apertura dei nuovi cantieri. Un importante contributo verrà dagli investimenti pubblici destinati a partire con l’attuazione del PNNR.