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Apertura nuove imprese: prosegue spinta “filiera del superbonus”

Stando ai dati Movimprese relativi ad apertura e cessazione attività, nel 1° trimestre 2022 l'unico sensibile incremento del numero di nuove imprese è stato registrato per i settori che rientrano nella " filiera del superbonus". Infatti, nel loro insieme questi settori presentano un saldo positivo di 10mila imprese il 58% del quale attribuibile alle sole costruzioni

Apertura nuove imprese: prosegue spinta “filiera del superbonus”I tanti problemi che contrassegnano d’attività delle imprese che rientrano nella ” filiera del superbonus” non ne frenano l’attrattività.

A renderlo evidente i dati Movimprese elaborati da Unioncamere – InfoCamere a partire dalle risultanze del Registro delle Imprese delle Camere di commercio relative al I trimestre del 2022.

Dati che restituiscono il profilo di un sistema imprenditoriale che, che a due anni dalla pandemia da Covid-19, torna ad allargare il proprio perimetro soprattutto grazie alla filiera dell’edilizia e dei servizi a essa collegati (servizi immobiliari e attività professionali, tecniche e scientifiche) e dei servizi alle imprese.

Un primo, parziale assestamento della natalità e mortalità imprenditoriale, senza tuttavia recuperare ancora i livelli pre-pandemia. Complessivamente alle 101.955 iscrizioni di nuove attività economiche rilevate tra gennaio e marzo 2022 hanno corrisposto  103.104 cessazioni.

Di fatto, il saldo risultante (-1.149 unità) fotografa un sostanziale “stallo” nella dinamica complessiva del tessuto imprenditoriale.

Stallo a cui si aggiungerebbe la debole dinamica delle iscrizioni che, pur in ripresa rispetto al minimo del primo trimestre del 2020, comincia a registrare il crescente clima d’incertezza conseguente agli squilibri geo-politici innescati dal conflitto Russo-Ucraino.

Filiera del superboonus cresce di oltre 10mila imprese

Come accennato il solo sensibile incremento è stato registrato per le imprese che rientrano nella ” filiera del superbonus”. Infatti, nel loro insieme questi settori determinano  un saldo di 10mila imprese in più nel periodo (il 58% del quale attribuibile alle sole costruzioni), confermando nei numeri la spinta determinata dagli incentivi in favore delle famiglie per gli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare.

All’opposto gli altri grandi settori tradizionali mostrano dinamiche negative. Su tutti il settore del commercio (-8.271 unità nel trimestre) la cui dinamica inevitabilmente riflette la chiusura definitiva di attività colpite dalla pandemia che, probabilmente, avevano atteso la fine del 2021 per ottenere i ristori governativi.

Seguono i settori agricoltura (-4.259) e turismo (-1.610 per alloggio e ristorazione) che comunque sostanzialmente fanno segnare un ritorno a valori più fisiologici del recente passato, mentre il bilancio delle attività manifatturiere (-2.230) conferma il dato dello scorso anno.

Dettaglio andamento territoriale

A livello macro-territoriale, i dati Movimprese  confermano complessivamente il quadro del primo trimestre dello scorso anno con la sola circoscrizione del Sud e Isole a far segnare un rallentamento appena apprezzabile del saldo, che passa da +0,22% a -0,02%.

A livello di dettaglio regionale, seppure molto contenuti i risultati  migliori si rilevano nel Lazio (+0,25%), in Lombardia (+0,13%) e nella Puglia (+0,09%), mentre sono Marche, Molise, Umbria e Abruzzo a fare segnare una crescita negativa nel numero delle imprese che va dal -0,43% al -0,21%.

Sotto il profilo organizzativo, infine, per i nuovi imprenditori si conferma la scelta della società di capitali . Tra gennaio e marzo sono nate 31.830 società di capitali a fronte di 17.341 che hanno chiuso i battenti, per un saldo nel periodo pari a 14.489 società in più. A fronte di queste, si è ulteriormente ridotto il perimetro delle imprese individuali, diminuite di 11.573 unità.

 

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