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UKCA posticipata. Regno Unito mantiene marcatura CE per altri 2 anni

Con questa decisione, il nuovo premier, Rishi Sunak, sostanzialmente pone un freno alla Brexit: per i prossimi due anni il Regno Unito non avrà una normativa propria che determini la conformità della maggior parte dei prodotti immessi nel suo mercato

UKCA posticipata. Regno Unito mantiene marcatura CE per altri 2 anni Come approfondito sul numero di febbraio di “serramenti design e componenti” in distribuzione agli abbonati, l’annuncio dello scarso novembre del Governo britannico di posticipare l’obbligatorietà della marcatura UKCA ha colto di sorpresa un po’ tutti gli addetti ai lavori.

In molti (fabbricanti, importatori, distributori, organismi di certificazione) speravano in una flessibilizzazione del nuovo sistema, ma in pochi potevano prevedere che, per esportare nel Regno Unito fosse ancora riconosciuta la marcatura CE e non per pochi mesi, ma fino al 31 dicembre 2024.

Anziché iniziare un processo di divergenza normativa, Londra continuerà dunque a rispettare il corpus normativo dell’Unione Europea, in una posizione di sostanziale subordinazione: dovrà accettare le certificazioni CE senza poter emetterle.

“Tra tutti gli attori economici- sottolinea Roberto Cordano di Easy UKCA – i fabbricanti dei Construction Products operanti nel mercato britannico sono stati forse quelli che hanno reagito con maggior perplessità al cambio di orientamento sulla marcatura UKCA.

L’essere stati esplicitamente esclusi dall’annuncio di novembre li ha gettati in un limbo normativo e soprattutto ha contribuito a incrementare la confusione riguardo al ruolo dei TAB (Technical Assessment Bodies, Organismi di valutazione tecnica).

Questi enti si occupano di certificare i prodotti da costruzione non coperti da uno standard armonizzato (“designato” secondo la denominazione britannica). Nella situazione attuale, i prodotti di questo tipo dotati di marcatura CE, ottenuta tramite European Technical Assessment (ETA) o European Assessment Document (EAD), non richiedono la valutazione di un TAB britannico.

Non era chiaro quale sarebbe stato il criterio a seguire in seguito all’entrata in vigore della marcatura UKCA. Tanto più che nello scorso mese di giugno il governo britannico aveva preso la decisione di ridurre gli obblighi di test nel Regno Unito per i prodotti già testati nell’Unione Europea, senza però chiarire le implicazioni per i prodotti della costruzione teoricamente soggetti alla valutazione di un TAB.

Era inevitabile, in questo contesto, che arrivasse un nuovo annuncio del governo a mettere ordine: in base alla decisione del 9 dicembre 2022, la marcatura CE dei prodotti da costruzione verrà riconosciuta e accettata dal Regno Unito fino al 30 giugno 2025, ossia sei mesi dopo la maggior parte delle altre merci.

Questa estensione si applica anche ai prodotti non coperti da uno standard armonizzato, con marcature CE basate in certificati ETA o EAD, che quindi non avranno necessità di ricorrere a un TAB britannico. In definitiva: le (Auto)Dichiarazioni di Conformità CE continueranno a essere titoli validi per esportare al Regno Unito così come i Certificati CE emessi da organismi accreditati europei. Non cambia niente quindi?  Non proprio.

Attenzione ai prodotti custom

Un’azienda intenzionata a introdurre i propri prodotti nel mercato britannico non deve credere che la mancata introduzione della marcatura UKCA implichi un’assenza di regolamentazione. In un mercato nel quale i Rappresentanti Autorizzati europei non sono più riconosciuti, restano in vigore diversi obblighi, su tutti l’elaborazione di un fascicolo tecnico che dovrà essere consegnato all’importatore affinché lo custodisca 10 anni.

Inoltre il Regno Unito esige indicare i dati dell’importatore almeno nella documentazione di accompagnamento del prodotto.

L’elaborazione di un fascicolo tecnico che dimostri le conformità indicate nella Dichiarazione di Conformità CE non è una richiesta britannica, ma un obbligo che deriva direttamente dalle Direttive europee, anche se non tutte le aziende lo rispettano pienamente.

Technical Files incompleti o formalmente imprecisi (magari in quanto facenti riferimento a standard non aggiornati) possono creare problemi qualora un organismo di vigilanza britannico ne richieda la visione. Da qui uno strano paradosso per il quale per esportare fuori dall’Unione Europea è altamente consigliabile avere la documentazione CE a posto.

Non solo. I fabbricanti di prodotti custom, che richiedano la valutazione di un ente terzo, si trovano di fronte a una problematica aggiuntiva: in teoria possono essere certificati da organismi europei ma, soprattutto per progetti edilizi di vasta portata, può essere richiesto esplicitamente l’intervento di un organismo locale, un UKAB.

In questo caso, è più che raccomandabile avvalersi di un’agenzia che curi la relazione con l’organismo notificato britannico, con cui la comunicazione può non essere del tutto fluida.

Va tenuto presente che gli UKAB (United Kingdom Assessment Bodies) sono i grandi danneggiati dalla mancata obbligatorietà della marcatura UKCA: gli organismi CE possono emettere certificati validi per esportare nel Regno Unito, ma gli organismi britannici non possono fare altrettanto per la marcatura CE.

In questo contesto, una certa reazione protezionistica da parte degli attori economici quali i grandi committenti è comprensibile.

“Our intention is to end recognition of the CE mark in GB on 30 June 2025”. Non può dirsi che questa affermazione presente sul sito del governo britannico abbia un tono perentorio e deciso. Tutt’altro, è un indicatore evidente di un dibattito in corso e di un’incertezza assoluta su quale piega prenderà la certificazione di prodotto nel Regno Unito.”

(coordinamento di Marco Oldrati)

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