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Impennata a fine anno propensione acquisto serramenti

A rilevarlo il Barometro mensile di Findomestic che rimarca come la maggior propensione all’acquisto rientra in un contesto generale di fine anno in cui l’inflazione si conferma essere percepito come il principale motivo di preoccupazione (oltre il 60%) e cui segue quella per il calo del potere d’acquisto (41%)

Impennata a fine anno propensione acquisto serramentiDa un lato le festività di fine anno, dall’altro la probabile (divenuta poi certa) “fine” nel 2024 dei super incentivi per l’acquisto dei prodotti per l’efficientamento energetico dell’abitazione tra cui i serramenti.

Probabilmente queste le due leve emergenti all’origine dei positivi indicatori diffusi a dicembre dall’Osservatorio mensile di Findomestic (Gruppo Bnp Paribas), riguardanti le intenzioni d’acquisto degli italiani per i prossimi 3 mesi. Risultati che vedremo se e come saranno poi confermati.

Impennata a fine anno propensione acquisto serramenti

Pur rimanendo su livelli inferiori rispetto alla prima parte dell’anno, le aspettative d’acquisto sul mese precedente (novembre su ottobre) hanno fatto complessivamente segnare un + 15%, percentuale che si impenna se riferita all’intenzione di acquisto di prodotti per l’efficientamento energetico dell’abitazione. E se indubbiamente sono state anche festività e maggiore disponibilità economica (si pensi alle tredicesime) a indurre il 30% degli intervistati a dichiarare che la fine dell’anno sia un buon momento per fare acquisti (percentuale più alta dall’inizio del 2023), è verosimile ritenere che sia stato il continuo riferimento alla necessita di procedere nel 2024 ad una profonda rimodulazione dei bonus edilizi a concorrere nel determinare l’impennata registrata  delle intenzioni di acquisto non solo di serramenti (+35,2%), ma anche di pompe di calore e caldaie a condensazione/ biomassa (+46,5 e +44,3% rispettivamente), impianti di isolamento termico (+33,4%) e impianti fotovoltaici (+19,6%).

Propensione all’acquisto che rientra in un contesto generale di fine anno in cui l’inflazione si conferma essere percepito come il principale motivo di preoccupazione (oltre il 60%) e cui segue quella per il calo del potere d’acquisto (41%).

“Al contrario – ha osservato Claudio Bardazzi, Responsabile Osservatorio Findomestic – diminuiscono i timori legati ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente che tornano al 5° posto nel ranking delle preoccupazioni preceduti dalle paure crescenti di dover affrontare una crisi economica nel Paese e dagli effetti del cambiamento climatico”.

Stando a quanto rilevato la ripresa delle intenzioni d’acquisto a fine anno avrebbe trascinato anche la propensione al ricorso al credito al consumo, un’opzione presa in considerazione dal 25% del campione intervistato dall’Osservatorio Findomestic. Percentuale che  alla fine di ottobre si attestava al 19%.

 

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