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Pagamenti, solo il 13% delle grandi imprese onora la scadenza

Tra le imprese della distribuzione all'ingrosso e al dettaglio i peggiori pagatori

Presentato ieri a Milano da CRIBIS D&B lo “Studio Pagamenti 2013“, analisi di 154 pagine contenete i dati aggiornati al 31 dicembre 2012 per 20 Paesi nel Mondo, con l’unica eccezione dell’Italia per cui viene fornito anche un outlook al 31 marzo 2013. Rimandandovi per maggiori analisi di dettaglio al numero di Giugno di “serramenti + design” i dati generali confermano per l’Italia  il trend ancora negativo con un sensibile  allungamento i tempi di pagamento concordati con i clienti; calano i buoni pagatori e aumentano le imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni. Al 31 dicembre dello scorso anno, infatti, solo il 44,3% delle imprese italiane risultava aver saldato alla scadenza concordata i propri partner commerciali, 1,4 punti percentuali in meno rispetto al 2011, ben lontano dai valori rilevati prima dell’inizio della crisi economica (50,8% nel 2007). Ma a colpire maggiormente l’attenzione sono i ritardi oltre i 30 giorni, tornati ad aumentare nel 2012, fino a raggiungere il 10,5% del totale (erano il 5,50% solamente 2 anni fa). Come già rilevato nel 2011, pure nel 2012 sono state soprattutto le micro imprese a rispettare maggiormente i termini contrattuali, con il 47,9% di pagamenti puntuali. I pagamenti in ritardo si sono invece concentrati maggiormente nella classe “entro i 30 giorni” (41,2%) e in quella “30-60 giorni” (5%). Tra le imprese più grandi (Fatturato superiore ai 50 mln di € o numero di dipendenti maggiore di 250) solo il 13,8% onora gli impegni commerciali alla scadenza. Come già osservato negli anni precedenti, il panorama dei pagamenti commerciali in Italia appare estremamente diversificato. Infatti, mentre le imprese del Nord mostrano una maggiore propensione a rispettare i termini pattuiti e a contenere il ritardo(50,7% di pagamenti puntuali), nell’Italia del Sud e delle Isole i pagamenti sono complessivamente meno puntuali (35,4%) ma differenze delle imprese del Nord ritardi superiori ai 90 giorni non sembrano essere preludio di incagli onerosi da superare. Riguardo i settori di appartenenza le migliori performance di pagamento si riscontrano rispettivamente nei settori dell’Agricoltura, dei Servizi finanziari e dei Servizi vari, con una concentrazione superiore al 50% di pagatori puntuali. Percentuale che nelle costruzioni scende al 43,2% per toccare i minimi nel Commercio (ingrosso e dettaglio) con non più del 39,4%. Nel confronto con i 20 Paesi considerarti dallo studio l’Italia si colloca a metà classifica. Ordinamento che se circoscritto alle sole nazioni europee vede in nostro Paese  ridurre la distanza dal livello medio europeo: nel 2012 il pagamento puntuale ha interessato il 5,2% in più di aziende italiane rispetto al corrispettivo europeo, mentre nel 2007 il divario con il dato aggregato Europa era del 9,8%. A livello Paese il più virtuoso è la  Danimarca (83,3% di pagatori regolari).

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