Rapporto

Nel comparto delle costruzioni cresce (solo) l’attività di manutenzione

Rapporto. Settembre. Tabella 4Curato dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi dell’ANCE è stato diffuso a giugno il tradizionale ”‘Osservatorio Congiunturale sull’Industria delle Costruzioni“ che in 153 pagine traccia l’andamento del comparto al metà anno e traccia il precosuntivo, solitamente molto puntuale, sul possibile risultato finale. Come già anticipato dalla rilevazione ISTAT che al 1° trimestre indicava, per la 19° volta consecutiva, una ulteriore contrazione (- 12%) dell’indice relativo alla produzione nelle costruzioni, per l’anno in corso lo studio ANCE rivede in peggio le precedenti  stime indicando un arretramento degli investimenti in costruzioni del 5,6% in termini deflazionati rispetto al -3,8% stimato nel dicembre scorso. Il dato peggiore tra quello al momento indicato dai più autorevoli centri di analisi economica nazionali ed internazionali. Oltre a prendere atto delle valutazioni maggiormente negative fornite dalle imprese associate nell’indagine rapida effettuata a maggio scorso, la nuova indicazione tiene conto del sensibile peggioramento del contesto economico e settoriale evidenziato dagli indicatori relativi alla prima parte del 2013. La caduta dei livelli produttivi continua a riguardare tutti i comparti, dalla produzione di nuove abitazioni, che nel 2013 si indicata perdere il 14,3%, all’edilizia non residenziale privata, che segna una riduzione dell’8,2%, ai lavori pubblici, per i quali si stima una caduta del 9,3%. Solo il segmento della riqualificazione degli immobili residenziali continua ad evidenziare un andamento positivo con un aumento dei livelli produttivi del 3,2%, nel confronto con l’anno precedente. Nonostante si siano riviste in negativo le precedenti stime, nello studio viene sottolineato come la valutazione sull’andamento degli investimenti in costruzioni nel 2013 sarebbe potuta essere ulteriormente peggiorativa  senza i probabili effetti positivi  derivanti dalla proroga e dal temporaneo potenziamento degli incentivi fiscali relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica. Il riferimento citato in  particolare è il Decreto legge 63/2013 in fase di conversione al momento in cui scriviamo che ricordiamo ha spostato al 31 dicembre la scadenza della misura di detrazione IRPEF prevista per le ristrutturazioni edilizie (50% esteso pure all’acquisto di mobili) ed innalzato al 65% quella indicata per gli interventi di efficientemente energetico prorogandone ulteriormente la scadenza al 30 giugno 2014 per gli interventi relativi a parti comuni condominiali degli edifici. Rapportyo. Settembre. Tabella 9 Nello studio vengono prematuramente scontati pure gli effetti anch’essi potenzialmente positivi derivanti dalle norme varate per procedere al pagamento di una parte dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione alle imprese. Gli importi annunciano sono indubbiamente elevati ma la loro erogazione difficilmente avrà tempi in linea con quelli ipotizzati in particolare per la trance (poco meno di 20 Miliardi complessivamente) indicata per quest’anno. Vero è che pure Banca Italia, in un suo recente bollettino, ha rilevato come nell’ipotesi prudenziale che le risorse aggiuntive destinante al finanziamento di nuovi investimenti nel biennio 2013-2014, fossero il 12% del totale, tale provvedimento potrebbe contribuire alla crescita del PIL per un ammontare complessivo valutabile tra lo 0,5 e lo 0,7%, ma quando si tratta di erogazioni che, a cascata, devono necessariamente coinvolgere i vali livelli di autorità locale moltiplicate sul territorio, i fatti dimostrano che tempi della “burocrazia” in merito sfuggono a qualunque indice previsionale. Tornado ai dati formulati nel rapporto, secondo l’osservatorio ANCE , nel 2013 gli investimenti in abitazioni ammonteranno a 72.060 milioni di euro, mostrano così  riduzione dell’1,2% in valori correnti e del 3,2% in termini reali rispetto al 2012. L’ennesimo arretramento dei livelli produttivi formulato per l’edilizia residenziale risulta essere la sintesi della prolungata e pesante flessione degli investimenti in nuove abitazioni a fronte di un aumento ancor più consistente degli anni scorsi egli interventi nel recupero abitativo.  Scendendo in dettaglio gli investimenti in nuove abitazioni si stima possono scendere a 23.162 milioni di Euro, rimarcando un ulteriore arretramento del 12,6% in valore e del 14,3% in quantità rispetto a quella registrata nel 2012. La forte contrazione in atto in questo segmento produttivo sottende un altrettanto significativo calo delle nuove iniziative cantierabili. In proposito stando alla rilevazione Istat sull’attività edilizia il numero complessivo delle abitazioni (in nuove e ampliamenti) per le quali è stato concesso il permesso di costruire, dopo il picco del 2005 (305.706 unità), mostra una progressiva ed intensa caduta a partire dall’anno successivo e nel 2012 si stima ne siano state concesse circa 95.000, ovvero il 70% in meno rispetto al picco del 2005. All’opposto di quanto registrato per gli investimenti in nuove abitazioni, quelli per la riqualificazione del patrimonio abitativo nel 2013 si stimano arriveranno a sfiorare i 49.000 milioni di Euro, presentendo quindi un forte ulteriore rialzo del 5,3% in valore e del 3,2% in quantità rispetto al 2012. Tale segmento oramai rappresenta il 37,3% del valore degli investimenti in costruzioni  (pari a circa 2,4 miliardi di Euro) e si conferma ancora essere al momento l’unico per il quale viene rilevato aumento dei livelli produttivi. Passando alle stime sugli investimenti privati in costruzioni non residenziali, nel 2013 dovrebbero attestarsi a 35.763 milioni di Euro registrando quindi una riduzione del 6,4% in termini monetari su base annua e dell’8,2% in quantità. Caduta che aumenta se riferita agli investimenti in costruzioni non residenziali pubblici (- 7,5% in valore, – 9,3% in quantità).

Prime Stime mercato 2014

Rapporto. Settembre. Tabella10Nel rapporto vengono riportate pure le prime stime sul possibile andamento del mercato delle costruzioni nel 2014  formulate però in un doppio scenario previsionale: il primo in assenza di incisivi interventi di politica economica e di allentamento della stretta creditizia; il secondo tenendo conto dei potenziali effetti sul settore delle principali proposte elaborate dall’ANCE per contrastare la crisi. Scenari fin troppo pessimistici nel primo caso e apertamente decisamente ottimistici nel secondo. Comunque, in assenza di incisivi interventi nel 2014 assisteremmo ad un ulteriore drammatico peggioramento dello stato di crisi. La nuova edilizia abitativa perderà un ulteriore 12,7% degli investimenti mentre quelli in costruzioni residenziali perderanno un ulteriore 5,1% in termini reali. Dal 2008 al 2014, il settore delle costruzioni avrà così perso il 32,1% degli investimenti, pari a circa ad oltre 59 Miliardi di Euro. Nei sette anni, la flessione della nuova edilizia abitativa la flessione raggiungerà il 57,7%, l’edilizia non residenziale privata segnerà una riduzione del 35,7%, mentre le opere pubbliche registreranno una caduta del 48% (-54,1% dal 2005 al 2014). Un precipizio dal quale si salverà solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali. Decisamente orientato ad una ripresa il secondo scenario tracciato,  quello che recepisce alcune proposte ANCE per contrastare la crisi (“scenario con proposte Ance”). In particolare si è tenuto conto dell’effetto potenziale di: messa a regime della detrazione del 50% (ex 36%) con contestuale estensione della stessa per interventi di demolizione e ricostruzione dell’esistente con variazione della sago-ma e della volumetria; messa a regime della detrazione del 65% per eco-bonus rimodulandone l’intensità in funzione della maggior efficacia dell’intervento nel raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico dell’edificio ed estendendola agli interventi di messa in sicurezza sismica; revisione della disciplina dell’IMU anche per attivare l’offerta di case in affitto ed eliminazione dell’IMU per gli immobili costruiti dalle imprese edili e non ancora venduti, unica forma di patri-moniale su beni prodotti dalle imprese; investimenti aggiuntivi in infrastrutture, rispetto allo scenario “precedente”, per la realizzazione rapida delle infrastrutture necessarie con particolare attenzione alle opere medio-piccole; riattivazione del circuito del credito, attraverso l’emissione di obbligazioni garantite (covered bond) a media lunga scadenza emesse dalle banche per finanziarie i mutui delle famiglie per l’acquisto di abitazioni ad elevata efficienza energetica. In tale secondo scenario, i livelli produttivi del settore aumenterebbero, rispetto al 2013, del 3,7% in valori correnti e dell’1,6% in termini reali. Il recepimento delle proposte Ance dovrebbe consentire di aumentare il livello degli investimenti in costruzioni di 8 miliardi di Euro. Rapporto. Settembre.Tabella 12Rispetto ai singoli comparti si osserverebbe una crescita più sostenuta per gli investimenti in manutenzione straordinaria (+3% su base annua) e l’interruzione del trend negativo, in atto dal 2005, degli investimenti in opere pubbliche (+15,9%). L’adozione di queste prime misure di rilancio del settore, pur non avendo un impatto sufficiente a compensare la forte caduta dei livelli produttivi del settore in atto dal 2008, consentirebbe di ridurre la perdita produttiva dal 32,1% al 27,9%.

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