Segnati attesi quelli rilevati nel 1° semestre pure dall’ Osservatorio sul Mercato Immobiliare residenziale italiano condotto da Gruppo Immobiliare, segnali che fanno tirare un primo sospiro di sollievo: sul mercato immobiliare tornano a crescere le domande di compravendita e affitto mentre il calo dei prezzi del comparto residenziale (-0,6%) sembra oramai prossimo ad arrestarsi e a ridare stabilità all’intero settore. «Prosegue la flessione dei prezzi in tutto il territorio nazionale – ha dichiarato in proposito Guido Lodigiani, direttore corporate e ufficio studi di Gruppo Immobiliare.it – ma le città con più di 250.000 abitanti e gli immobili in vendita nel Nord del Paese aiutano a tenere questa contrazione sotto l’1%. A settembre 2013 il prezzo medio ponderato degli immobili residenziali italiani si è assestato intorno ai 2.700 € per metro quadro». La notizia attesa del semestre era legata alla conferma di una ripresa della domanda di immobili. Ripresa che è stata confermata anche da questo osservatorio sia per la compravendita sia relative alla locazione. Stando ai dati rilevati, dopo l’ennesima flessione iniziata nello scorso semestre e proseguita fino ad aprile 2013, da maggio si è registrata una netta inversione di tendenza della domanda locativa, cresciuta del 9% nell’ultimo semestre; più regolare la domanda di immobili in vendita, che è cresciuta lentamente, ma in modo costante (+7% nel semestre). Questo incremento si spiega anche con la presenza di una parte di domanda non soddisfatta negli ultimi anni, che si è sommata alla nuova domanda. Le rilevazioni sono in piena sintonia con i dati più recenti sui mutui per acquisto casa: anche qui, per quel che riguarda gli ultimi due mesi, si è sottolineata una leggera ripresa della domanda di finanziamento. Per quel che concerne l’offerta (sia essa di locazione o di vendita), la crescita iniziata ad ottobre 2012 è proseguita senza sosta: nel primo semestre del 2013 gli indici dell’offerta in vendita e in locazione sono cresciuti rispettivamente del 5% e di oltre il 12%. Va detto, tuttavia, che la disponibilità sul mercato di immobili in vendita resta di molto superiore a quella di immobili in locazione, data la scarsa propensione degli Italiani ad affittare una loro proprietà: evidentemente, la tradizionale diffidenza degli italiani a locare sta lasciando spazio ad un maggior bisogno di mettere a reddito gli immobili, bisogno che si unisce ad un accresciuto timore per quel che riguarda le tasse da pagare sugli immobili sfitti.