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Da ISTAT a Censis i dati convergono: imprese mai così fiduciose negli ultimi 2 anni

Il miglioramento stavolta è diffuso su tutti i settori. Il clima di fiducia delle aziende a livello complessivo sale di 1,1 punti.

Censis LavoroMentre l’ISTAT rileva a febbraio un rialzo dell’indice di fiducia delle imprese, il Censis fornisce i dati di una indagine realizzata per il ministero del lavoro e delle politiche sociali per individuare le reazioni delle imprese italiane alla crisi. La fiducia delle imprese a febbraio segna un altro rialzo quindi, il quarto consecutivo. L’indice si porta a 87,9, il valore più’ alto da ottobre 2011, ovvero da oltre due anni. L’ISTAT specifica che si torna così a livelli che non si registravano dall’entrata dell’Italia nell’ultima recessione. Il miglioramento stavolta è  diffuso su tutti i settori. Il clima di fiducia delle aziende a livello complessivo sale di 1,1 punti. L’indagine del Censis evidenzia che la situazione è ancora critica: il 31,5% si trova in una fase di ridimensionamento, il 52,1% di stazionarietà, il 16,4% e’ in crescita. E il saldo occupazionale degli ultimi anni è  stato certamente negativo: il 33,6% delle aziende ha diminuito i livelli occupazionali, il 20,2% li ha aumentati e il 46,2% li ha mantenuti invariati. Inoltre sono stati avviati processi di riorganizzazione che hanno messo al centro la valorizzazione delle competenze dei lavoratori. Il Censis registra quindi anche una discreta attenzione per la formazione e l’aggiornamento professionale. I tentativi di innovazione si sono accompagnati in molti casi all’avvio di un processo di ristrutturazione aziendale, spesso doloroso. Il 37,3% delle imprese ha espresso l’esigenza di adeguare il proprio portafoglio di competenze al cambiamento. Si tratta di una minoranza di aziende che hanno dovuto ricercare sul mercato competenze nuove, che prima non esistevano (nel 20,8% dei casi) o che negli anni erano diventate obsolete (17,4%). Tra i nuovi profili richiesti dalle aziende spiccano i commerciali (dagli export manager agli agenti di commercio, ricercati dal 36,4% di queste imprese), i tecnici (32,4%), gli amministrativi (31,4%) e gli ingegneri (25,4%). Da segnalare anche l’elevata richiesta di esperti di comunicazione e nuovi media (ricercati dal 12,2%) e di informatici, sistemisti e programmatori (10,1%). Infine, i dati evidenziano ancora  come un quarto delle aziende (26,9%) ha fatto ricorso a interventi di riconversione del personale, due terzi (66,4%) hanno promosso attività  interne di aggiornamento e formazione.

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