Come già anticipato nella news dello scorso 31 ottobre la norma europea EN 16361, “Porte pedonali motorizzate – Norma di prodotto, caratteristiche prestazionali – Porte pedonali, diverse da quelle a battente, inizialmente progettate per installazione motorizzata senza caratteristiche di resistenza al fuoco e/o di tenuta al fumo” è disponibile , in inglese, come UNI EN 16361:2013 presso il nostro l’Ente normativo (l’UNI) a far data dalla sua entrata in vigore ufficiale: il 7 novembre 2013. Le tempistiche indicate a livello CEN per i successivi passi che porteranno all’obbligatorietà di quanto indicato nella norme sono: il 31 gennaio 2014 (DOA: Date of Availability) per il recepimento da parte dei Paesi membri UE e il prossimo 30 aprile (DOP: Date of Pubblication) per la pubblicazione. La data di inizio della marcatura CE è prevista a 24 mesi (periodo di coesistenza con le norme nazionali) dopo la pubblicazione della norma nella Gazzetta Ufficiale dell’ Unione Europea GUUE, ossia, a nostro parere, a partire dal 31 gennaio 2016. Si tratta di una norma di prodotto per la Direttiva CPD che richiede la marcatura CE e la certificazione di conformità per questi prodotti; la norma richiede nel seguito e per quanto necessario un aggiornamento al Regolamento europeo per i Prodotti da Costruzione, CPR, che ha sostituito nel 2013 la CPD. Per i riferimenti con le direttive che riguardano questi prodotti la norma dispone degli allegati ZA (Direttiva CPD) e ZB (Direttiva EMC), allegati che la norma di prodotto deve contenere tassativamente in base al mandato della Commissione Europea. Nell’allegato ZA vengono indicate le caratteristiche essenziali ed il loro riferimento al paragrafo che le dettaglia nella norma, tramite la tabella ZA.1.1 per prodotti per usi esterni, la tabella ZA.1.2 e ZA.1.3 per prodotti per usi interni (NB la tabella ZA.1.2 si distingue dalla tabella ZA.1.3 perché esclude i prodotti che dichiarano parametri energetici). Le caratteristiche essenziali in comune per tutti questi prodotti sono 6:
1. Tasso di rilascio di sostanze pericolose (solo in ambienti chiusi);
2. Resistenza agli urti (solo porte vetrate con rischio di lesioni);
3. Altezza;
4. Indice di isolamento acustica al contorno (ove si dichiara la prestazione acustica);
5. Forze di impatto (sicurezza in uso);
6. Durabilità della forze operative contro l’invecchiamento/degrado;
Per i prodotti trattati da ZA.1.1 e ZA.1.3 (prodotti per esterno ed interno con prestazioni energetiche) si aggiungono le due prestazioni:
7. Trasmittanza termica (se dichiarata, porte interne ed esterne);
8. Permeabilità all’aria (se dichiarata, porte interne ed esterne).
Infine solo per i prodotti trattati da ZA.1.1 (porte per esterno con prestazioni energetiche) si aggiungono le ulteriori due prestazioni:
9. Tenuta all’acqua (solo per porte esterne);
10. Resistenza al carico del vento (solo per porte esterne);
Nel paragrafo ZA.2 dell’allegato ZA – come di regola in tali paragrafi delle norme di prodotto – si definiscono i sistemi di attestazione di conformità (AoC): sistema 1 per prodotti usati su vie di esodo e di compartimentazione; sistema 3 per prodotti non per uso su vie di esodo e di compartimentazione e con prestazioni ambientali (acqua, aria, vento, energia, tenuta, sicurezza) ed infine sistema 4 per porte interne di comunicazione. Seguono le tabelle ZA.3.1, ZA.3.2 e ZA.3.3, che definiscono come si ripartiscono i compiti per la valutazione della conformità tra il produttore e gli Istituti di certificazione rispettivamente per i tre sistemi di conformità previsti, 1, 3 e 4. L’allegato indica poi i contenuti richiesti al certificato di conformità ed alla dichiarazione di conformità per i tre sistemi AoC e fornisce le indicazioni per la etichettatura CE e relative indicazioni da riportare. Completano l’annesso due esempi di marcatura CE. Stupisce il lettore che – almeno per quanto riguarda il documento europeo dell’aprile 2013 – l’annesso ZA obbligatorio nelle norme di prodotto ed inteso a stabilire le condizioni della marcatura CE di questi prodotti venga indicato come “informativo“. Tornando al testo della norma il paragrafo che ne specifica lo scopo indica che oggetto della norma sono le porte scorrevoli, le porte a rivoluzione, le porte bilanciate (scorrevoli / rotanti) e le porte a libro con una o più ante a movimento orizzontale, comandate elettromeccanicamente, idraulicamente o pneumaticamente, con o senza pannelli laterali e sopraluce, con esclusione di prodotti con prestazioni tagliafuoco (come da norma EN 16034) ed esclusione di prodotti trattati dalle norme di prodotto EN 14351-1, EN 14351-2 ed EN 13241-1. Questi prodotti sono suddivisi in tre gruppi, porte per esterni (Tabella ZA.1.1) e porte per interni rispettivamente con prestazioni energetiche (Tabella ZA.1.2) e senza prestazioni energetiche (Tabella ZA.1.3). Quanto finora scritto è relativo ai requisiti essenziali richiesti dalla CPD; se ne aggiunge un’ulteriore, richiesto dalla Direttiva EMC, Compatibilità Elettromagnetica. É il requisito di: -11 -. Compatibilità Elettromagnetica. La norma prosegue con i paragrafi che specificano come vanno accertate le varie prestazioni.
– Tasso di rilascio di sostanze pericolose (solo in ambienti chiusi): in assenza di metodi di prova armonizzati valgono le regole nazionali per le verifiche e le dichiarazioni.
– Resistenza agli urti (solo porte vetrate con rischio di lesioni): le prove ed i risultati vanno condotti secondo la norma EN13049.
– Altezza: relativa allo spazio utile di passaggio del pedone, si misura in millimetri come da EN 12519:2004, 3.1.
– Indice di isolamento acustico al contorno diretto (quando sia dichiarata la prestazione acustica): si determina secondo la norma EN ISO 10140-2 (metodo di riferimento) ed i risultati si calcolano ed esprimono secondo la norma EN ISO 717-1.
– Forze di impatto (sicurezza in uso): sono relative all’urto sulle persone provocato dall’anta in movimento. Se i pericoli di schiacciamento, di taglio o di impatto si tutelano con la limitazione delle forze, ciò va fatto secondo la norma EN 16005, Requisiti di sicurezza delle porte automatiche, § 4.6.7.
– Durabilità della forze operative (sicurezza in uso) contro l’invecchiamento/degrado: va garantita una durata ragionevole del prodotto scegliendo adeguati componenti sulla base delle relative norme. La durabilità si misura secondo la norma EN 16005:2012, § 5.8 e si hanno le seguenti 4 classi:
1. Classe PPD1: 200.000 cicli
2. Classe PPD2: 500.000 cicli
3. Classe PPD3: 1.000.000 cicli
4. Classe PPD(numero di cicli raggiunti): >1.000.000 cicli
Eseguita la prova di durabilità si ripetono le prove sulle forze di impatto (sicurezza in uso).
– Trasmittanza termica (quando dichiarata, porte interne ed esterne): si valuta per calcolo, usando la norma EN ISO 10077-1 oppure usando la EN ISO 10077-1 assieme alla EN ISO 10077-2; tale calcolo, sulla base della tabella F.1 di EN ISO 10077-1:2006 si corregge con l’aumento di 0,1 W/m2K.
Oppure si può valutare con il metodo dell’ hot box secondo la norma EN ISO 12567-1. Il simbolo per la transmittanza termica è UD, ossia il simbolo Ust usato nella norma EN ISO 12567-1 è equivalente ad UD.
– Permeabilità all’aria (quando dichiarata, porte interne ed esterne): si eseguono due prove secondo la norma EN 1026 (metodo di riferimento), una con pressione positiva ed una con pressione negativa, ma non è richiesta la pressione minima di prova di 500 Pa. La prova di permeabilità dei pannelli si può effettuare sul totale o su parte di essi (inclusi i giunti), sommando poi i contributi per il totale. Il risultato è dato dalla media delle due prove in m3/h come da EN 12207, § 4.4 e § 4.5 con le modifiche indicate nelle due tabelle riportate. La prima facendo riferimento alla permeabilità all’aria a 100 Pa ed al massimo di pressione di prova, relativo a tutta l’area, per le classi da 1 a 4 (EN 12207:1999, Tabella 1)
– Tenuta all’acqua (solo per porte esterne): la prova si esegue secondo la norma EN 1027, salvo le seguenti piccole modifiche: le porte a rivoluzione non richiedono di essere assemblate completamente e possono includere parti importanti per la prova come ad esempio schermi notturni (elementi aggiuntivi di chiusura); il campione di prova non richiede di essere funzionante completamente ma deve prevedere le parti utili per la prova; non è richiesta la prova alla pressione minima di 500 Pa. I risultati si esprimono secondo la
norma EN 12208, tuttavia il passaggio dell’acqua fra pavimento ed anta non
va considerato per la classificazione; le classi si limitano a 0 ÷ 5A, 0 ÷ 5B ed
Exxx per Pmax > 200 Pa (vedi punto 4, tab.1 di EN 12208).
– Resistenza al carico del vento (solo per porte esterne): La prova si esegue secondo la norma EN 12211 ma non è richiesto il funzionamento completo del campione che comunque deve disporre di tutte le parti utili per la prova
(schermo notturno per porte a rivoluzione); non è richiesta la prova di permeabilità all’aria secondo la norma EN 1026 (P1 e P2); il numero di cicli è di 20 e la prova di permeabilità all’aria non va ripetuta. La deformazione degli
elementi del telaio si può calcolare o misurare. I risultati si esprimono secondo
la norma EN 12210 con le modifiche riportate nella tabella 3:
– Compatibilità elettromagnetica: la norma presenta poi il paragrafo sulla verifica della compatibilità elettromagnetica, a cui fa riferimento l’allegato ZB, relativo agli obblighi per la conformità alla direttiva EMC. A questi prodotti si richiede di rispondere ai requisiti della norma EN 61000-6-2 (per l’immunità e per i disturbi) e della norma EN 61000-6-3 (per le emissioni elettromagnetiche) ed inoltre si applicano il Criterio A, che richiede che le prove per la compatibilità elettromagnetica non influiscano su alcuna funzione della porta; ed il Criterio B, che richiede che le prove per la compatibilità elettromagnetica non portino ad un aumento di velocità superiore del 20 % delle prestazioni specificate; che non causino avvii non previsti del movimento; che non inibiscano i dispositivi di sicurezza / interbloccaggio; che non riducano la capacità di rivelazione dei guasti.
Seguono ulteriori indicazioni (§ 4.13) sulle parti in vetro e sulle porte vetrate, sulle porte su vie d’esodo a cui si richiede di rispondere alla norma EN 16005:2012, § 4.7.2 ed assieme di rispondere alle richieste eventualmente presenti a livello nazionale. Per queste porte, nel caso di funzione con ante a sfondamento, la forza per sfondare non deve superare i valori indicati dalla norma EN 16005:2012, § 4.7.2.2.
La norma prosegue con un capitolo sulla prova di tipo iniziale, specificando le modalità, le prove da eseguire ed i campioni e il loro numero, per passare poi ai criteri per l’FPC, Controllo di produzione in fabbrica, relativi requisiti e procedure, prove e attrezzature e loro mantenimento, gestione dei componenti e materiali, tracciabilità e marcatura dei prodotti, valutazione delle caratteristiche essenziali durante la produzione ed interventi sui prodotti non conformi ed azioni correttive. La norma presenta quattro annessi oltre all’annesso normativo ZA, citato da noi all’inizio. Il primo, annesso A, normativo, riporta l’elenco delle norme progetti di norma per i vetri. Il secondo, B, informativo, riporta una tabella che collega le varie prestazioni con i paragrafi della norma, con le relative norme di riferimento, con il tipo di prova, con il numero di campioni, con le dimensioni del campione e con il campo di applicazione diretta dei risultati. L’annesso C, informativo, riporta brevi indicazioni sulla movimentazione, installazione, manutenzione e cura per questi prodotti. L’annesso D, informativo, riporta le tabelle con il riassunto delle classi o dei valori previsti dalle norme per le varie prestazioni presenti nella norma. A conclusione ricordiamo che questa norma di prodotto va connessa strettamente con la norma di supporto, EN 16005 “Requisiti di sicurezza delle porte automatiche”, che definisce i criteri generali per garantire la sicurezza di questi prodotti. Ricordiamo ancora che questa norma viene a chiudere una notevole mancanza normativa a livello europeo: da molto tempo i produttori italiani la hanno sollecitata ed attesa, fino a proporre al mercato un documento che definisce i concetti normativi per questi prodotti suggeriti e consigliati a livello della propria categoria. Peraltro a tale mancanza hanno ovviato già nel passato alcune nazioni europee , come ad esempio la Germania e l’Inghilterra, con la pubblicazione di proprie normative nazionali, peraltro analoghe alla EN 16361.