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Tutela “made in” al centro del semestre UE a presidenza italiana. Ad assicurarlo il Ministro Guidi

"Nelle prossime settimane presenteremo le linee guida del piano straordinario per il Made in Italy per sostenere le imprese che vogliono andare all'estero" ha pure annunciato Ministro dello Sviluppo Economico

federica-guidi-ministro-sviluppo-economico-200x300La tutela del made in sarà una battaglia al centro del semestre europeo a presidenza italiana, lo ha  assicurato il Ministro dello  Sviluppo Economico, Federica Guidi (nell’immagine), nel corso dei lavori dell’assemblea generale di Confindustria Udine  svoltasi ieri . “La tutela del Made in è un tema importante che tutela il consumatore che sa che acquista un prodotto a un certo prezzo perché legato a una filiera produttiva e a un determinato saper fare“.  E se la chiave è esportare, Guidi ha ribadito l’impegno del Governo nel supportare le aziende in percorsi di internazionalizzazione efficaci: “Nelle prossime settimane presenteremo le linee guida del piano straordinario per il Made in Italy per sostenere le imprese che vogliono andare all’estero irrobustendo le forme di accesso all’export credit“.  Le misure adottate dal Governo per incentivare le patrimonializzazioni sono uno shock necessario per il ministro, perché per stare sui mercati emergenti “un po’ di massa critica serve, le imprese che si patrimonializzano e si irrobustiscono riescono avere accesso a canali credito alternativi rispetto a quelli bancari“. L’incontro è stato aperto da Matteo Tonon presidente di Confindustria Udine  che ha dato inizio agli interventi rimarcando come “Non solo le grandi firme, il motore dell’economia nel nostro Paese è fatto anche e soprattutto dalle tante piccole, medie e grandi aziende manifatturiere che con i loro prodotti ‘fatti in Italia’, continuano a dimostrarsi vincenti sui mercati internazionali, creando occupazione e generando ricchezza nel nostro territorio”. Ma pure il queste terre la crisi si è fatta molto sentire: tra il 2007 ed il 2013 in Provincia di Udine l’occupazione ha perso circa 10mila posti di lavoro. Negli ultimi quattro anni le unità locali manifatturiere, al netto delle imprese artigiane, sono diminuite da 1.480 a 1.390, il 6% in meno. Il tasso di disoccupazione è salito a Udine al 7,9%. Ma il “Friuli industriale c’è – ha ribadito Tonon – si è aggrappato all’export, con un saldo attivo all’ultimo trimestre del +8%, ed è presente con produzioni di eccellenza riconosciute in oltre 140 Paesi nel mondo: la quota del manifatturiero sul valore aggiunto totale è di quattro punti superiore a quella nazionale“. Da qui, l’appello alla politica e alle imprese, (“…Ad ognuno le sue responsabilità”) in un percorso verso una crescita strutturale. Nel frattempo bisogna fare i conti con un baricentro dell’economia sempre più spostato verso i Paesi emergenti ed  è proprio il valore dell’eccellenza connessa al prodotto italiano “fatto in Italia” la molla da cui ripartire.  “La tutela del fatto in Italia, del Made in, manifatturiero integrato da servizi qualificati, è una battaglia non facile ma su cui tutti noi esortiamo ad andare avanti con convinzione non per forma di protezionismo che non ci appartiene ma, anzi, per una valorizzazione del nostro saper fare“.

 

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