“L’Italia va riqualificata – è stato il messaggio di Rick Fedrizzi, Presidente e CEO dell’U.S. Green Building e originario proprio del Trentino -. Noi dobbiamo riqualificare questo patrimonio immobiliare nel rispetto della conservazione della storia e della cultura di un luogo. Il futuro dell’edilizia è capire le performance e le dinamiche dell’edificio per renderlo sostenibile. I cittadini non possono più ignorare quanto la riqualificazione farà loro risparmiare, quanto più sane saranno le loro abitazioni, quanto più durature.” Rick Fedrizzi, leader del movimento della sostenibilità nell’edilizia negli Stati Uniti e nel mondo, ha chiuso così la terza edizione di REbuild a Riva del Garda (TN). Convention nazionale sulla riqualificazione e la gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari in Italia che ha offerto molti gli spunti di riflessione e la presentazione, nel corso della 2 giorni di manifestazione, di numerosi strumenti pratici come quello arrivato dall’Inghilterra e presentato da Ian Orme, esperto Soft Landing di BSRIA (The Building Services Research and Information Association) che ha presentato in anteprima questa pratica che garantisce un passaggio “morbido” tra progettazione, costruzione ed occupazione dell’immobile. Una tecnica, quella del Soft Landing, che consente di allineare l’immobile al suo utilizzo e migliorare le prestazioni reali: “Il Soft Landing è fatto per consegnare all’utente finale l’edificio al massimo delle sue performance sin dal momento in cui viene occupato – ha spiegato Orme -, ed è un concetto completamente sconosciuto in Italia. Spero che, grazie anche alla presentazione fatta qui, sia possibile diffondere questa pratica anche nel vostro Paese, sia nel pubblico che nel privato”. Molto interesse anche per la sessione di Lennart Lifvenhjelm, Head of Technical Support di Vasakronan, il principale portafoglio immobiliare svedese. Lifvenhjelm ha portato alla platea l’esempio virtuoso dell’operatore scandinavo Vasakronan, che ha ridotto il consumo energetico del proprio portafoglio immobiliare (192 edifici) ben del 50% in meno rispetto alla media. Interessante pure la sessione curata da Paul Harrington (Real Estate Director, PricewaterhouseCoopers) che ha dettagliato i numeri del caso di riqualificazione più ambizioso di Londra: Embankment Place. L’edificio ha ridotto del 40% le sue emissioni, e produce on-site il 60% del suo fabbisogno energetico: ed a REbuild sono sati presentati i dettagli su approccio, tecnologie, criticità e numeri effettivi dei risultati energetici, costi e dei risultati organizzativi e produttività. Ha tirare le somme dell’edizione di quest’anno il direttore di Habitech, e co-ideatore di REbuild , Thomas Miorin “La terza edizione porta un messaggio a favore di una riqualificazione radicale, per questo anche il programma dell’evento ha subito una innovazione radicale. Stiamo introducendo dei concetti nuovi, come deep retrofit e soft landing, stiamo ragionando in modo aperto e collettivo intorno a nuove modalità per re-inventare l’edilizia. La riqualificazione in Italia può essere un motore di sviluppo economico grazie alle opportunità offerte dagli interventi sugli edifici esistenti: possibilità in termini di risparmi energetici e in termini di lavoro creato. L’edilizia, la riqualificazione e l’efficientamento energetico sono i settori che più possono portare posti di lavoro, come dimostrato anche da molti studi internazionali. C’è bisogno di reinventare il modo in cui si organizza il lavoro all’interno della filiera dell’edilizia ed è quello che stiamo facendo qui a REbuild: persone con competenze diverse, dalla finanza al real estate, costruttori e progettisti, stanno immaginando un nuovo modo di assemblare e di far funzionare la supply chain della filiera. Il mondo dell’economia è qua, in tutti i suoi settori. Non si sente però il mondo della politica, che rimane forse un po’ troppo in silenzio su questo tema”. Da sottolineare la proposta avanzata, sempre in chiusura di manifestazione, da Gianluca Salvatori (nell’immagine a destra) dell’istituzione di un” …Credito d’imposta per investimenti privati nella riqualificazione di edifici pubblici”. L’ideatore e gestore di Progetto Manifattura e co-ideatore di REbuild si è infatti dichiarato convinto che “Lo scenario si sta chiarendo. La riqualificazione prevale sulla compravendita e richiede nuovi schemi di finanziamento, in quanto gli incentivi tipo eco-bonus hanno privilegiato i micro interventi scollegati, muovendo tuttavia ingenti risorse private. Bisogna lavorare in due direzioni: da una parte studiare nuovi meccanismi per interventi di scala maggiore e più integrati, ma sempre sul residenziale (e il mercato si sta adeguando spontaneamente); dall’altra inventare un meccanismo appropriato per gli interventi sul patrimonio di interesse pubblico, che sempre meno potrà contare su risorse adeguate da parte della finanza pubblica. Dobbiamo attivare il ruolo del privato nei confronti di un patrimonio che riveste un cruciale valore simbolico e di attivazione, perché restituisce qualità allo spazio pubblico e incrementa il benessere a livello individuale”. Provocatoria la proposta che esce dagli organizzatori di REbuild: “Crediamo che si possa canalizzare una parte dell’investimento privato verso la riqualificazione di edifici pubblici. E questo lo si può fare con un meccanismo di credito di imposta, simile all’eco-bonus ma rivolto a beni di pubblica utilità (scuole, case di cura, ospizi, ecc) e quindi con percentuali di incentivazione più alte, o con altresì strumenti quali social bond remunerati in base ai risparmi di gestione ottenuti”.