In piena estate, con le vacanze già iniziate o alle porte, è certamente una buona notizia sapere che secondo la tredicesima edizione dell’Annuario dei dati ambientali ( ricerca che assorbe e raccoglie in sé le informazioni sullo stato dell’ambiente relative al 2014 e 2015), presentato oggi a Roma da ISPRA, la qualità dell’89,5% delle acque di balneazione marine è classificata come almeno sufficiente a livello microbiologico. E’ solo uno dei tanti dati che emergono dall’Annuario dei dati ambientali, l’appuntamento con lo stato del nostro ambiente che risponde alle esigenze confermate dai dati dell’Eurobarometro 2014, secondo il quale per i cittadini italiani ed europei l’informazione ambientale è la seconda misura più efficace da attuare per affrontare le problematiche ambientali. Tornando ai dati, quelli parziali sulle acque vedono il 60% dei fiumi (al monitoraggio hanno partecipato 16 regioni e due province autonome, per un totale di 2.440 corpi idrici e 35.144,5 km esaminati) e il 65% dei laghi (monitorati da 10 regioni e 2 province autonome, per un totale di 139 corpi idrici) in uno stato ecologico inferiore al “buono”. Una situazione migliore si riscontra per lo stato chimico delle acque sotterranee (Indice SCAS): su 4.023 stazioni di monitoraggio, il 69,2% ricade in classe “buono”, mentre il restante 30,8% in classe “scarso”. Sempre citando i dati dell’Eurobarometro 2014, l’inquinamento atmosferico è la prima preoccupazione non solo dei cittadini italiani ma anche di quelli europei , è vero però che tra 1990 e 2013 le emissioni totali di gas a effetto serra sono scese del 16,1%, soprattutto come conseguenza del calo dei consumi energetici e delle produzioni industriali, dell’incremento dell’efficienza energetica e della crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili. Quello che continua a peggiorare è l’inquinamento acustico. Nel 2014, 2.678 sorgenti di rumore sono state oggetto di controllo delle ARPA/APPA: i controlli maggiori, sulle attività commerciali (57,5%), seguite dalle attività produttive (28,8%); tra le infrastrutture di trasporto, quelle stradali rimangono le più controllate, con un 6,5% sul totale. Il 46,3% delle sorgenti di rumore oggetto di controllo ha presentato almeno un superamento dei limiti imposti dalla legislazione: in generale, si rileva un incremento dei superamenti, pari al 43,9% nel 2013, al 42,6% nel 2012 e 42,2% nel 2011.