Viaggiano ad un passo più spedito delle altre, in media creano più occupazione e generano più ricchezza del resto delle imprese ma sono ancora poche le “digital companies” tricolore. Alla fine del terzo trimestre dell’anno, le imprese che operano nei settori digitali (dal commercio via Internet agli Internet service provider, dai produttori di software a chi elabora dati o gestisce portali web), hanno superato la soglia delle 122mila unità, pari solo al 2,3% del totale delle imprese italiane. È quanto emerge dai dati diffusi in occasione dell’Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio italiane, in corso a Siracusa. A fronte di questa mini-rappresentanza in termini numerici, il digitale mostra tuttavia di possedere una fortissima vitalità rispetto al resto dei settori: dall’inizio dell’anno, infatti, il comparto è cresciuto del 2,4%, quasi quattro volte più della media delle imprese italiane (0,6%). Stando ai dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel terzo trimestre dell’anno, elaborati da Unioncamere e InfoCamere, il 12,5% di queste attività sono guidate da giovani con meno di 35 anni ma, se si guarda alle aperture di nuove imprese intervenute dall’inizio dell’anno, la spinta che viene dai giovani a questo settore così strategico è ben più significativa: delle 6.330 iscrizioni rilevate tra gennaio e settembre, il contributo degli ‘under 35’ sfiora il 35%. Forte anche la dinamica dei bilanci delle società del digitale: negli ultimi due anni il valore della produzione è cresciuto a ritmi doppi rispetto agli altri settori e il valore aggiunto del 50%. Quanto all’occupazione, in media le imprese del settore digitale occupano 5,4 addetti, contro una media del 4,5 riferita a tutte le imprese. Lo “screenshot” dell’imprenditoria digitale si inserisce in un quadro di complessiva tenuta – pur tra luci ed ombre – del sistema delle imprese italiane. Nei primi nove mesi del 2017, il bilancio tra aperture e chiusure ha fatto registrare un saldo positivo per 37.897 unità, contro le 41.597 dello stesso periodo del 2016. Per contro, il terzo trimestre dell’anno si segnala per un risultato migliore di quello dell’anno precedente, con un saldo di 17.999 imprese in più a fronte delle 16.197 di luglio-settembre 2016. “Oggi nel nostro Paese abbiamo un numero di imprese digitali esiguo, ma è una realtà con un forte potenziale di sviluppo – ha dichiarato Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere – . Le aziende ci dicono di avere un gran bisogno di digitalizzazione e per questo occorre innalzare la cultura e le competenze digitali delle nostre imprese. Le Camere di commercio che fanno parte del network Industria 4.0, con i 77 punti di impresa digitale che stanno realizzando, sono impegnate a favorire la conoscenza e l’utilizzo delle nuove tecnologie”.