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Torna a diminuire numero di imprese. A cessare l’attività soprattutto quelle artigiane

A fare le spese del brutto inizio d’anno sono state soprattutto le imprese più piccole, in particolare quelle artigiane (che al 31 marzo erano 10.473 in meno rispetto alla fine di dicembre), e quelle del Nord (6.991 unità in meno nel Nord-Ovest e 6.542 nel Nord-Est)

Torna a diminuire numero di impresePiccolo, e in particolare artigiano, torna a non essere bello. Stando ai dati diffusi da Unioncamere – InfoCamere, nel primo trimestre dell’anno il bilancio tra aperture e chiusure di imprese ha segnato un calo dello 0,4% rispetto a fine dicembre 2018.

Percentuale  corrispondente, in termini assoluti, a un saldo negativo di 21.659 imprese. A determinare il risultato negativo è stato il soprattutto consistente balzo in avanti delle cessazioni (136.069 contro le 128.628 del 2018), solo in parte compensato da un moderato incremento delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2018 (114.410 contro 113.227).

Andamento tra iscrizioni e cessazioniNel valutare i dati del primo trimestre dell’anno va tuttavia ricordato che, statisticamente, questo periodo presenta con una certa regolarità saldi negativi.  Saldo su quale tendono generalmente a concentrarsi un elevato numero di cessazioni di attività registrate a fine d’anno, il cui riflesso si registra negli archivi camerali nelle prime settimane del nuovo anno.

Va comunque rilevato che il trimestre da poco concluso interrompe bruscamente il percorso di rientro – per quanto breve – che, dopo il 2013, si era andato manifestando con una ripetuta attenuazione della perdita di imprese. In particolare, le 136.069 cessazioni del primo trimestre 2019 costituiscono il risultato meno brillante degli ultimi cinque anni.

A fare le spese del brutto inizio d’anno sono state soprattutto le imprese più piccole, in particolare quelle artigiane (che al 31 marzo erano 10.473 in meno rispetto alla fine di dicembre), e quelle del Nord (6.991 unità in meno nel Nord-Ovest e 6.542 nel Nord-Est, rispettivamente lo 0,45% e lo 0,57% in meno nei primi tre mesi dell’anno).

Crescono solo le società di capitale: più di 13.000

Tra le forme giuridiche, l’aggregato che arretra di più in termini di numero di imprese è quello delle imprese individuali, diminuito in tre mesi di 26.797 unità (-0,84% contro il -0,75% del 2018), mentre meno significativa, in termini assoluti, è stata la riduzione delle società di persone (8.318 unità, lo 0,84% in meno rispetto a fine dicembre, che eguaglia quello delle imprese individuali).

Gli unici segnali positivi – anche se più attenuati rispetto allo scorso anno – continuano a venire dalle società di capitali, il cui numero di imprese risulta essere cresciuto nei primi tre mesi dell’anno di 13.907 unità (+0,81%).

Oltre 4.000 le imprese chiuse nelle costruzioni

Tra i settori, in termini assoluti i saldi negativi più pesanti si registrano nel commercio (-12.351, il 58% del saldo totale del trimestre), in agricoltura (-7.295 unità, ma va detto che si tratta di una tendenza di fondo che prosegue da anni), nelle costruzioni (-4.380) e nelle attività manifatturiere (-3.746). Col segno positivo chiudono, invece, le attività immobiliari, quelle professionali e i servizi alle imprese che, insieme, crescono di 787 unità.

andamento per compartiSaldo positivo anche per le attività professionali, scientifiche e tecniche (663 imprese in più), istruzione (+156) e sanità e assistenza sociale (+155). Vero e proprio “boom”, infine, per il comparto del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese: nel trimestre, il bilancio tra aperture e chiusure è stato positivo per 1.222 unità in più, corrispondente ad una crescita dello 0,61%, la migliore tra tutti i settori economici.

(immagine apertura”Corriere di Sciacca”)

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