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Costruzioni, cresce significativamente la voglia di fare impresa

è soprattutto il Sud a contribuire a quasi la metà del saldo attivo registrato nel 2 trimestre da Unioncamere. Sud che mette comunque a segno il peggior risultato dei secondi trimestri dell’ultimo decennio

Nonostante l’inevitabile rallentamento provocato dalla pandemia da COVID-19 la voglia di fare impresa non viene bloccata e nel settore delle costruzioni registra un significativo  rilancio.

A livello generale, stando all’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, il bilancio tra aperture e chiusure resta positivo nel secondo trimestre di quest’anno con un aumento di +19.855 unità contro +29.227 del 2019.

Subito da evidenziare come delle quasi 20mila imprese in più registrate alla fine del trimestre, il 65% circa ha come forma giuridica quella dell’impresa individuale (12.972 unità).

Passando alla distribuzione sul territorio, è soprattutto il Sud a contribuire a quasi la metà del saldo attivo, macro area territoriale che a pari periodo mette comunque a segno il risultato peggiore dell’ultimo decennio.

Come accennato, l’effetto COVID-19 continua a pesare fortemente sulla nati-mortalità del sistema imprenditoriale italiano.  Stando ai dati rilasciati tra aprile e giugno l’indebolimento della voglia di fare impresa degli italiani  segna un -37% di iscrizioni rispetto all’analogo trimestre dello scorso anno (57.922 contro le 92.150 del secondo trimestre 2019).

Per le costruzioni dati migliori del 2018

Caduta comunque pesante a cui non contribuiscono solo 2 settori: quello dei servizi e quello delle costruzioni, comparto che fa segnare l’incremento più elevato (superiore al 70%) anche nel confronto con i dati rilevati nel 2018 a pari periodo.

Da sottolineare come al bilancio del trimestre abbia contribuito per circa un terzo (il 32,5%) la componente artigiana, che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di 6.456 imprese (18.943 le iscrizioni di nuove imprese contro 12.487 cessazioni) di cui oltre 3.800 appartenenti al settore delle costruzioni.

Scendendo in dettaglio, molto indicativo il fatto di rilevare come il saldo attivo generale caratterizzi tutte le regioni e tutte le aree del paese, con Sud ed Isole in particolare evidenza: le 8.905 imprese in più del Mezzogiorno rappresentano, infatti, il 45% dell’intero saldo nazionale.

Risultato determinato dalla distribuzione di un saldo regionale che vede il valore più elevato tra le regioni del Mezzogiorno essere registrato  in Campania (+ 3.143 imprese al 31 marzo scorso).

A livello di migliore risultato nazionale seguono Lazio (+2.386), Lombardia (+1.920) e Puglia (+1.859). Per le imprese artigiane, la regione di elezione nel secondo trimestre dell’anno è stato il Lazio, dove si è registrato il saldo più elevato tra aperture e chiusure: 1.257 unità. In Campania (+914), Lombardia (+570) e Puglia (+562) gli altri risultati migliori.

Anche a livello settoriale, infine, va comunque segnalato come l’incremento più più sensibile in termini percentuali si sia registrato nel settore dei servizi alle imprese (+1,4%), seguiti dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+1,3% l’incremento nel trimestre, pari a 2.828 imprese in più) e dalle attività finanziarie e assicurative (+1,1% corrispondente ad un aumento di 1.366 unità).

 

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