Pandemia da Covid-19 e Superbonus “bloccano” molti degli interventi di manutenzione straordinaria.
È quanto si apprende dalla presentazione all’Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente, del Rapporto per il 2020 “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”, elaborato dal Servizio Studi del Parlamento e da Cresme.
Studio i cui dati sono stati presentati e commentati in remoto da Lorenzo Bellicini direttore del Cresme, che riporta anche una prima stima dell’impatto potenziale sul mercato perimetrato dal “Superbonus 110%” introdotto nel corso del corrente anno segnalando come il primo effetto dell’incentivo sia stato quello di contribuire a rallentare pesantemente l’attività di recupero edilizio. Combinazione tra pandemia da Covid-19 e Superbonus che:
“Nel comparto della manutenzione straordinaria residenziale la flessione sarà del 13,9%, in quello non residenziale dell’11,5% – si legge infatti nello studio – Le ragioni della importante flessione sono da imputare certamente alla pandemia e ai vari lockdown totali o parziali che il Paese ha vissuto e sta ancora vivendo mentre si scrive e all’impatto di questi sull’economia e sulla domanda, ma anche sull’organizzazione delle attività.
La sicurezza incide sui modelli organizzativi e sui tempi delle attività di cantiere. Ma una parte della causa della contrazione dell’attività di manutenzione straordinaria sta anche nel fatto che nel corso del 2020 è arrivato sul mercato l’incentivo del “Superbonus 110%” rispetto al quale è stato necessario attendere le giuste interpretazioni attuative per avviare il percorso valutativo che prelude all’operatività; si tratta di un provvedimento dalle dimensioni rilevanti e assai articolato e complesso che ha richiesto approfondimenti e delucidazioni e che prevede un percorso operativo che ha tempi più lunghi per essere avviato di un semplice intervento di recupero edilizio o anche di riqualificazione energetica.
Così, da un lato la pandemia e dall’altro incentivi ben più importanti di quelli precedenti, hanno congiuntamente determinato che si fermassero alcune attività di recupero e riqualificazione…”

Attività sulla cui ripresa e crescita degli interventi si esprime ragionevole ottimismo per il 2021 grazie sopratutto al Superbonus del 110% il cui impiego ragionato in rapporto alle caratteristiche e all’ammontare dello stock edilizio esistente ha portato Cresme a stimare un universo potenziale (basato esclusivamente sugli oggetti e non sui soggetti titolari) pari a 6 milioni di edifici, nei quali sono contenute 19 milioni di abitazioni.
In base ai risultati elaborati in merito alla riduzione del rischio sismico è stato determinato un universo potenziale di lavori pari a 1.011 miliardi di euro, mentre quello potenziale elaborato in relazione all’efficentamento energetico assomma a valore potenziale che sfiora i 600 miliardi di euro.

“Nel complesso, per le due finalità dei lavori, l’universo potenziale degli interventi assomma a 1.607 miliardi di euro. Questo valore rappresenta il bacino potenziale massimo possibile di intervento (senza limiti temporali, né limiti alla disponibilità dei soggetti titolari e dei soggetti coinvolti dalla norma).” viene sottolineato nello studio
È quanto si apprende dalla presentazione all’Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente, del Rapporto per il 2020 “Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell’impatto delle misure di incentivazione”, elaborato dal Servizio Studi del Parlamento e da Cresme.
Studio i cui dati sono stati presentati e commentati in remoto da Lorenzo Bellicini direttore del Cresme, che riporta anche una prima stima dell’impatto potenziale sul mercato perimetrato dal “Superbonus 110%” introdotto nel corso del corrente anno segnalando come il primo effetto dell’incentivo sia stato quello di contribuire a rallentare pesantemente l’attività di recupero edilizio. Combinazione tra pandemia da Covid-19 e Superbonus che:
“Nel comparto della manutenzione straordinaria residenziale la flessione sarà del 13,9%, in quello non residenziale dell’11,5% – si legge infatti nello studio – Le ragioni della importante flessione sono da imputare certamente alla pandemia e ai vari lockdown totali o parziali che il Paese ha vissuto e sta ancora vivendo mentre si scrive e all’impatto di questi sull’economia e sulla domanda, ma anche sull’organizzazione delle attività.
La sicurezza incide sui modelli organizzativi e sui tempi delle attività di cantiere. Ma una parte della causa della contrazione dell’attività di manutenzione straordinaria sta anche nel fatto che nel corso del 2020 è arrivato sul mercato l’incentivo del “Superbonus 110%” rispetto al quale è stato necessario attendere le giuste interpretazioni attuative per avviare il percorso valutativo che prelude all’operatività; si tratta di un provvedimento dalle dimensioni rilevanti e assai articolato e complesso che ha richiesto approfondimenti e delucidazioni e che prevede un percorso operativo che ha tempi più lunghi per essere avviato di un semplice intervento di recupero edilizio o anche di riqualificazione energetica.
Così, da un lato la pandemia e dall’altro incentivi ben più importanti di quelli precedenti, hanno congiuntamente determinato che si fermassero alcune attività di recupero e riqualificazione…”
Attività sulla cui ripresa e crescita degli interventi si esprime ragionevole ottimismo per il 2021 grazie sopratutto al Superbonus del 110% il cui impiego ragionato in rapporto alle caratteristiche e all’ammontare dello stock edilizio esistente ha portato Cresme a stimare un universo potenziale (basato esclusivamente sugli oggetti e non sui soggetti titolari) pari a 6 milioni di edifici, nei quali sono contenute 19 milioni di abitazioni.
In base ai risultati elaborati in merito alla riduzione del rischio sismico è stato determinato un universo potenziale di lavori pari a 1.011 miliardi di euro, mentre quello potenziale elaborato in relazione all’efficentamento energetico assomma a valore potenziale che sfiora i 600 miliardi di euro.
“Nel complesso, per le due finalità dei lavori, l’universo potenziale degli interventi assomma a 1.607 miliardi di euro. Questo valore rappresenta il bacino potenziale massimo possibile di intervento (senza limiti temporali, né limiti alla disponibilità dei soggetti titolari e dei soggetti coinvolti dalla norma).” viene sottolineato nello studio