“Se il Governo non vuole continuare sulla strada del Superbonus, lo dica chiaramente. Lo stillicidio provocato dai continui decreti sta creando una situazione paradossale con modalità assolutamente inaccettabili che avranno forti ripercussioni sul settore costruzioni e sul lavoro dei professionisti.”
Questo il commento del Presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, sulle nuove previsioni sanzionatorie per le asseverazioni previste dal comma 2 dell’art.2 del testo il decreto legge sulle frodi in materia edilizia approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri ma non ancora pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Nuova disposizioni sanzionatorie che coinvolgono esclusivamente le professioni tecniche a cui fanno riferimento i tecnici asseveratori per i quali si potrebbe arrivare a prevedere fino a 5 anni di carcere.
Disposizioni sulle quali come era ampiamente prevedibile è immediatamente intervenuta la Rete delle Professioni Tecniche che ha reso noto l’invio di una nota al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nella quale viene chiesto che questa norma venga eliminata o comunque corretta sottolineando “il grave rischio di creare nuovamente difficoltà insormontabili nel processo di miglioramento energetico e di messa in sicurezza degli edifici”.
Nell’esprimere o la più ampia volontà di continuare a contribuire alle attività di contrasto alle frodi i professionisti tecnici, comprendono”…la necessità di un inasprimento delle sanzioni e delle modifiche al meccanismo delle asseverazioni in quanto, proprio per il Superbonus, da sempre sono previste le dichiarazioni asseverate dei tecnici abilitati e il provvedimento, stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, si caratterizza per una percentuale di frodi – ad oggi peraltro solo ipotizzate e presunte – pari al 3% sul totale degli importi delle opere coperte dall’incentivo statale. Inoltre non si hanno notizie, ad oggi, di responsabilità dei professionisti tecnici in proposito, né di dichiarazioni false o infedeli accertate come tali.”
Nella nota inviata dalla Rete delle Professioni Tecniche si sarebbe inoltre sottolineato che “la formulazione del testo si presta a gravi difetti di costituzionalità, a cominciare dal fatto che viola il principio di legalità e di determinatezza della fattispecie penale, essendo definita in maniera assolutamente generica e superficiale la condotta punita”.