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Aziende meccaniche, occupazione ferma. Pesano costi di produzione ed energia

Ad indicarlo presidente Marco Nocivelli riprendendo i dati contenuti nella ricerca realizzata dell’Ufficio studi della Federazione che sarà presentata nel corso dell'Assemblea generale in programma a Milano

Aziende meccaniche, occupazione ferma. Pesano costi di produzione ed energiaAlla vigilia dell’assemblea nazionale di Anima Confindustria, il presidente Marco Nocivelli descrive uno scenario fra luci e ombre per  delle aziende meccaniche rappresentate, così come emerge dal report dell’Ufficio studi della Federazione.

«La meccanica italiana potrebbe chiudere l’anno con un saldo produttivo in crescita rispetto al 2021, spinta soprattutto dall’export – ha fatto notare Nocivelli – ma il dato occupazionale fatica molto a crescere.

Pesano, infatti, sulle aziende, l’aumento dei costi di produzione e la scarsità delle materie prime, fattori che determinano un’effettiva diminuzione della marginalità per le imprese e limitano la disponibilità di investimenti in capitale umano».

I dati raccolti sull’andamento delle aziende meccaniche raccontano di una stabilità occupazionale negli ultimi due anni, con valori che si aggirano intorno al +0,2% nel 2021 e una previsione di crescita del +0,5% nel 2022.

«Come emerso dall’ultimo sondaggio diffuso alle imprese associate – ha sottolineato Nocivelli – circa il 55% delle aziende prevede una stabilità occupazione nei prossimi 12 mesi, mentre il 16,9% considera addirittura una diminuzione».

Fattore che incide maggiormente l’impennata dei costi di produzione e delle bollette energetiche in particolare che risulterebbero essere mediamente aumentate per tutte le aziende tra il 10% e il 30% rispetto al secondo semestre del 2021.

Proprio il tema dell’energia è uno dei punti principali del Manifesto della meccanica per il 2023.  Documento che raccoglie le proposte di Anima per il sostegno e lo sviluppo dell’industria meccanica e che verrà presentato ufficialmente domani 21 ottobre durante l’evento “L’industria meccanica oggi per l’Italia di domani”.

«Oggi dobbiamo fare i conti – prosegue Nocivelli – anche con un mercato interno che cresce poco, a differenza dell’export che sembra dare segnali positivi. Nel 2021, complice anche la pandemia che nel 2020 aveva bloccato il commercio internazionale, le esportazioni della meccanica erano cresciute del 14,2%, mentre nel 2022 è prevista una crescita di poco superiore al +5%, sintomo di una ripresa che è ormai stabilizzata».

Secondo le considerazioni dell’Ufficio studi di Anima, «l’export può rappresentare un vero e proprio trampolino per i nostri settori, che esportano mediamente oltre la metà dei propri prodotti in tutti i continenti, principalmente in Europa, Nord America e medio Oriente».

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