Come preannunciato l’industria meccanica di ANIMA Confindustria è tornata a incontrarsi con il mondo imprenditoriale e politico per analizzare le criticità del contesto attuale e presentare proposte per continuare a crescere nel 2023.
E lo fa al termine dell’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci e relative votazioni (con la riconferma di Marco Nocivelli alla carica di presidente), con l’obiettivo di tracciare un’agenda comune e richieste concrete attraverso il Manifesto 2023, per lo sviluppo organico del settore meccanico italiano tra idrogeno green, scarsità delle materie prime e razionamento energetico.
Durante l’odierno incontro tenutosi a Milano, “L’industria meccanica oggi per l’Italia di domani”, peraltro occasione di confronto e di networking aperto a tutta la filiera, è stato proprio lo stesso Nocivelli a presentare il Manifesto della Meccanica Anima per il 2023, con le 5 precise proposte da sottoporre al mondo politico e imprenditoriale.
- Tecnologie avanzate come fattore abilitante della transizione green
- Efficienza energetica a 360°, dall’edilizia all’industria
- Regole del gioco eque per un mercato realmente competitivo
- Dai distretti locali ai mercati internazionali: il trampolino dell’export
- Fattore umano principale asset dell’industria del futuro
Elementi di forte impatto, richiamati anche dai vari interventi di approfondimento che si sono susseguiti per voce di Marco Fortis (vice presidente Fondazione Edison), Enrico Bonacci (Esperto della Segreteria Tecnica del Dipartimento Energia del Ministero della Transizione ecologica), intervenuti da remoto.
Ed anche da remoto ha portato il suo importante contributo Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che ha sottolineato come l’eccellenza delle aziende della meccanica italiana, riconosciuta a livello mondiale con un export che lo scorso anno ha raggiunto livelli record, vada sostenuta e valorizzata al meglio.
Export che secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi di Anima Confindustria e presentati in mattinata durante l’assemblea dell’Associazione, dovrebbe spingere la crescita del comparto e che, in termini di produzione, dovrebbe attestarsi per il 2022 a poco più del 5%. Valore che tuttavia dovrà essere rivalutato nei suoi effetti reali al netto di un’inflazione purtroppo ancora galoppante.
(di Gianandrea Mazzola)