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Centro Studi CNI: risanamento energetico edifici sfida da cogliere

Pubblicata la Nota del Centro Studi CNI su “l’Esperienza dei bonus e del credito d’imposta per interventi di ristrutturazione edilizia”. Perrini: è urgente e opportuno che il Governo elabori una proposta che concili le esigenze italiane con la Direttiva UE

Pubblicata la Nota del Centro Studi CNI su “l’Esperienza dei bonus e del credito d’imposta per interventi di ristrutturazione edilizia”. Nota che dopo una dettagliata analisi dell’andamento dei risultati ottenuti dagli oltre 3milioni di interventi effettuati in regime di Ecobonus negli ultimi 8 anni , riprendendo gli aggiornamenti mensili rilasciati da ENEA  rimarca come nel periodo 2020-202, il Super Ecobonus 110% ha attivato investimenti per 62,4 miliardi di euro coinvolgendo oltre 480.000 edifici, di cui oltre il 70% con lavori conclusi a dicembre 2022.

Stando ai dati disponibili, il Centro Studi CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) stima che siano stati coibentati 86 milioni di metri quadrati e che sia stato realizzato un risparmio energetico di 900 milioni di metri cubi standard di gas, il 32% del risparmio che il Governo intende realizzare attraverso particolari accorgimenti in questa fase di forte rincaro dei prodotti energetici.

Si tratta di un volume di risparmio consistente se si tiene conto che è stato realizzato in un arco temporale relativamente breve, ovvero 2 anni. Come più volte segnalato anche da atri rapporti di cui abbiamo dato conto soprattutto sulle pagine di “serramenti design e componenti” ,  il volume di investimenti fino ad ora con il Super Ecobonus ha contribuito nell’ultimo biennio per oltre l’1% del Prodotto interno lordo del Paese  assumendo  il maggiore peso nel 2022 con investimenti pari a 46,2 miliardi di euro, che hanno contribuito ad attivare una produzione complessiva di oltre 97 miliardi di euro ed un contributo, ammontare che in termini di valore alla formazione del PIL attivato dalla produzione diretta  della spesa arriva a pesare il 3% Centro Studi CNI: risanamento energetico edifici sfida da cogliere

Una esperienza complessiva, quella degli Ecoincentivi, decisamente importante che può essere positivamente portata anche in abito UE per definire le modifiche della direttiva sull’efficienza energetica in fase di discussione sul quale anche in Italia si è acceso un sostenuto dibattito

“Si sta avvicinando il tempo in cui –  ha affermato Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI – l’Italia dovrà avanzare in sede europea una proposta concreta di risanamento del patrimonio edilizio.

Non possiamo limitarci ad indicare all’UE che le azioni che verranno verosimilmente proposte dalla Direttiva sono troppo onerose, dobbiamo proporre un piano che ci consenta di allungare considerevolmente i tempi programmati dalla Direttiva motivandoli, però, con la certezza che realizzeremo un intervento efficace.

Per poter fare questo e per poter quantificare le opere necessarie, i costi e i tempi e le aree prioritarie di intervento e quelle meno prioritarie, abbiamo necessità di conoscere meglio lo stato effettivo del patrimonio edilizio. Sono necessari dati più disaggregati e complessi di quelli di cui si dispone e si parla oggi sui giornali. Va valutato in anticipo cosa è realisticamente possibile fare e cosa no.

E’ poi evidente che uno sforzo così ampio non potrà essere mai realizzato né solo con finanziamenti pubblici né tanto meno dai soli proprietari di immobili. Serve una triangolazione con l’Unione europea e la creazione di un fondo che consenta allo Stato di sostenere gran parte degli investimenti con l’aggiunta di una partecipazione minoritaria dei proprietari di immobili, tenendo anche conto che molte famiglie non saranno in grado neanche di affrontare la partecipazione minoritaria.

Se però il Paese non definisce il quadro dettagliato dell’intervento non sarà neanche in grado di contrattare con l’Unione europea le risorse finanziarie esterne. Resta aperta, infine, una criticità forte, ovvero che l’azione di risanamento energetico degli edifici sta facendo pericolosamente scemare l’attenzione (già molto bassa) di tutti sulla necessità di interventi sugli edifici contro il rischio sismico.

Crediamo sia opportuno e urgente che il Governo attivi una task force con competenze tecniche, che in un arco temporale estremamente breve “metta in fila e in ordine” tutte le questioni aperte relative al risanamento profondo degli edifici ed elabori una proposta ineccepibile e non approssimativa da discutere in sede europea.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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