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Esportazioni dell’industria meccanica italiana sfiorano i 35 miliardi nel 2022

Nel 2022 le esportazioni salgono del +11%. Anima Confindustria: valorizzare il settore con misure ad hoc per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Usa prima destinazione per la meccanica Anima: 4 miliardi di export e +27,5%

Esportazioni dell’industria meccanica italiana sfiorano i 35 miliardi nel 2022+11% sull’anno precedente, arrivando a rappresentare 34,9 miliardi di euro. Questo il dato 2022  relativo alle esportazioni dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima Confindustria.

Mantenimento di un sostenuto trend di crescita i cui dati sono stati presentati  dall’Ufficio studi di Anima in occasione dell’assemblea pubblica “Condividere le esperienze per crescere. Competitivi nel cambiamento”  svoltasi a Milano alla presenza di imprese del settore e ospiti istituzionali.

Una conferma di quanto la meccanica italiana possa contare su una solida presenza nei mercati internazionali, nonostante le difficoltà che caratterizzano il mercato interno per la produzione e quelli esteri per le esportazioni.

«Questi numeri evidenziano ancora una volta quanto l’industria meccanica italiana sia una delle forze propulsive del nostro paese, e una delle espressioni più stimate dell’eccellente Made in Italy nel mondo – ha commentato Marco Nocivelli presidente di Anima Confindustria -. La forza dell’export del comparto emerge in modo ancora più evidente se contestualizzata nell’attuale scenario nazionale e internazionale, caratterizzato dai lasciti della pandemia, la scarsità di materie prime che affligge le aziende, l’incertezza dei mercati».

Secondo i dati evidenziati sulle esportazioni dell’industria meccanica italiana la prima destinazione risulta essere  l’area UE27, che rappresenta il 45,7% del valore totale. Seguono i paesi europei non appartenenti all’UE (13,6%) e l’America settentrionale (13,1%). In testa alla classifica dei singoli paesi di destinazione si collocano gli Stati Uniti con 4 miliardi di euro (+27,5%), seguiti da Germania con 3,6 miliardi di euro (+14,8%) e Francia con 3,3 miliardi di euro (+11,1%). Da segnalare il calo della Cina (-25%) e l’impennata della Turchia (+41%). Mentre Spagna, Austria e Paesi Bassi si attestano ognuno sul +20% si rileva solo in leggero calo la Russia (-2,9%), con UK ancora in territorio positivo (+3,7%).

«Il successo sul fronte delle esportazioni dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima risulta motivo di orgoglio, e deve stimolare le forze politiche a tutelare e valorizzare il nostro comparto, che rappresenta una parte così importante dell’economia italiana.

Le imprese del manifatturiero italiano sono all’avanguardia e rappresentano delle eccellenze in ottica di sviluppo tecnologico e sostenibile, ma il rischio è che le aziende medio-piccole restino indietro, se non adeguatamente supportate. Per questo è fondamentale – ha proseguito  Nocivelli – che lo stato porti avanti un piano solido di misure a tutela delle imprese, per aiutare tutti i player del settore a raggiungere quell’evoluzione tecnologica e quella digitalizzazione che sono fondamentali per mantenere l’alta competitività sui mercati esteri.

Negli anni, Anima ha contribuito ai tavoli istituzionali per realizzare il piano Industria 4.0, e attraverso le varie fasi di trasformazione delle misure che oggi sono ascrivibili a Transizione 4.0. Ma da parte dello stesso mondo politico, scarseggiano segnali incoraggianti nel portare avanti le misure a sostegno delle imprese. Per questo è importante ora più che mai fare sentire la nostra voce».

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