Ente

L’economia frena in tutte le regioni. Aspettative 2024 ancora positive per le costruzioni

Nonostante un andamento in calo pure per il settore delle costruzioni le aspettative delle imprese rilevate dalla Banca d'Italia rimangono positive anche per il 2024. Sulla loro concretizzazione oltre agli incentivi, pesano le condizioni del credito e le difficoltĂ  di reperire manodopera

L'economia frena in tutte le regioni. Aspettative 2024 ancora positive per le costruzioniPubblicato dalla Banca d’Italia il documento “L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali.

Documento nel quale viene rimarcato come a fronte di un 2022 in cui l’economia risulta essere cresciuta in misura significativa in tutte le macroaree del Paese, crescita risultata maggiore nel Nord Est e al Centro, nella prima metĂ  del 2023 segnala un netta frenata.

Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, l’attivitĂ  risulta essersi affievolita in tutte le aree, risentendo del rallentamento della domanda interna ed estera.

Dinamiche che verosimilmente finiranno per incidere sull’unico parametro rimasto ancora positivo: la prosecuzione della crescita degli occupati  registrata nei primi sei mesi dell’anno in corso, con maggiore intensitĂ  al Centro Nord.

Anche se sostenuti dagli incentivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e nonostante si proclami diversamente, gli investimenti si sono indeboliti ed in prospettiva si prevede una stazionarietĂ  dell’andamento delle vendite.

L’inflazione, seppure in calo dall’inizio dell’anno, ha eroso il reddito disponibile delle famiglie, frenandone i consumi. La perdita di potere d’acquisto è stata piĂą elevata per i nuclei con minore capacitĂ  di spesa, in particolare nel Nord Est e nelle Isole.

I rincari hanno inoltre accresciuto il rischio di povertĂ  energetica, una condizione piĂą diffusa nelle regioni meridionali.

Il rallentamento dei prestiti bancari al settore privato non finanziario, iniziato nel quarto trimestre del 2022, si è gradualmente accentuato nel primo semestre del 2023, trasformandosi in una contrazione nell’intero Paese, fuorché nel Mezzogiorno.

I criteri di concessione dei prestiti utilizzati dagli intermediari sono stati improntati a una maggiore selettività, riflettendo il più alto costo della provvista e l’accresciuta percezione del rischio sulle prospettive economiche. Il tasso di deterioramento dei prestiti seguita ovunque a mantenersi su livelli molto contenuti.

Analogamente a quanto accaduto in crisi precedenti, durante la pandemia il prodotto pro capite del Centro Nord si era ridotto più intensamente di quello del Mezzogiorno, anche per il minore peso del settore pubblico, meno sensibile al ciclo economico. Si era pertanto osservata una flessione dei divari territoriali, che si è tuttavia interrotta nel corso della successiva ripresa.

Gli andamenti recenti, generalmente più favorevoli per le regioni centro-settentrionali, non sembrano prospettare un ridimensionamento dei differenziali tra aree nell’anno in corso.

Verticalizzando brevemente l’analisi al solo settore delle costruzioni lo studio rilasciato a Novembre sottolinea come i dati dell’Istat segnalano che i permessi per costruire nuove abitazioni – un indicatore prospettico sull’andamento dell’attivitĂ  del comparto – risultano essere cresciuti al Centro e nel Mezzogiorno, sebbene a ritmi piĂą contenuti rispetto all’anno precedente, mentre si sono significativamente ridotti nelle regioni settentrionali.

Secondo Sondtel, tra le imprese con almeno dieci addetti l’espansione sta continuando anche nel 2023. Il saldo fra le aziende che prefigurano un ampliamento della produzione e quelle che se ne attendono un calo è elevato nell’intero Paese(44% nel Nord Ovest e 35% nelle altre ripartizioni). Le aspettative sul 2024 sono altrettanto positive.(44%  nel Nord Ovest ed il 35% nelle altre ripartizioni).

Sull’attività hanno pesato ancora le difficoltà nel reperire manodopera, indicate come un ostacolo alla produzione da circa due quinti delle imprese in tutte le ripartizioni.

Risultano invece in netto miglioramento i problemi di approvvigionamento di materie prime e beni intermedi, che nell’anno in corso hanno riguardato il 38% delle imprese al Nord e il 30% nelle restanti aree, a fronte della quasi totalità delle aziende nel 2022.

 

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome