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210mila persone da assumere nelle costruzioni entro il 2028

Stima delle persone da assumere che pure nel rapporto Randstad Research "Costruire l'edilizia del futuro",rimarca quanto le costruzioni rappresentino un settore chiave dell’economia italiana, che vale tra il 5-7% del PIL e dà lavoro a oltre 1,7 milioni di persone, circa il 6,6% del totale degli occupati.

210mila persone da assumere nelle costruzioni entro il 2028Presentato in presenza e online il nuovo rapporto di Randstad Research, centro di ricerca sul lavoro promosso da RandstadCostruire l’edilizia del futuro”  studio nel quale viene confermato e stimato nel medio periodo il fabbisogno di persone da assumere nel settore ; fabbisogno stimato in circa 210mila nuove persone entro 5 anni anche a causa della bassa produttività che lo caratterizza.

210mila persone da assumere nelle costruzioni entro il 2028

Stima delle persone da assumere che rimarca quanto le costruzioni rappresentino un settore chiave dell’economia italiana, che vale tra il 5-7% del PIL e dà lavoro a oltre 1,7 milioni di persone, circa il 6,6% del totale degli occupati.

Un comparto economico che è stato negli ultimi anni uno dei settori trainanti per la ripresa economica del nostro Paese, grazie ai generosi incentivi fiscali e alla spinta rilevante del PNRR nel quale tra sostituzione di lavoratori in uscita e nuovi fabbisogni, si stima richiederà nei prossimi anni centinaia di migliaia di persone da assumere ma che ha grandi difficoltà nel trovarle: oggi più di metà dei profili richiesti non si trova (il 51,96% delle assunzioni ha difficoltà di reperimento) per mancanza di candidati o di competenze rispetto alle posizioni aperte.

Il rapporto evidenzia come per numero di ricerche, i 5 profili professionali più richiesti sono conduttori di mezzi pesanti e camion, muratori, elettricisti, tecnici di vendita e meccanici, ma gli introvabili sono soprattutto saldatori, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, intonacatori, tecnici del risparmio energetico e elettronici.

E di fronte all’avanzare delle nuove tecnologie digitali, si affacciano decine di nuove professioni che saranno cruciali nell’edilizia del futuro, dal dronista allo sviluppatore di realtà virtuale, dallo specialista di ingegneria predittiva al programmatore di robot.

“Il settore delle costruzioni negli ultimi anni è stato trainante per la ripresa del Paese, grazie a incentivi fiscali e la spinta del PNRR –  ha sottolineato Emilio Colombo, Coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research -. La crescita però oggi deve fare i conti con due criticità: la bassa produttività e la forte emorragia di professionisti degli scorsi anni, in un contesto in cui le competenze sono generalmente trasmesse on the job e dunque la perdita di lavoratori comporta una perdita rilevante di patrimonio di conoscenza”.

Per affrontare le sfide del futuro, secondo Randstad Research, al settore servono investimenti in nuove tecnologie, ma anche nuove competenze. “Il settore – ha spiegato  Colombo – deve creare sinergie tra imprese per superare la frammentazione, proseguire nei passi avanti su trasparenza e regolamentazione del lavoro e migliorare l’attrattività. È necessario dare evidenza delle buone pratiche, valorizzando le iniziative formative a livello territoriale, ma anche il ruolo fondamentale dell’esperienza sul campo. Inoltre, è cruciale integrare i tanti lavoratori stranieri, evitando di dissipare competenze a causa di alto turnover, mantenendo nel contempo alti standard salariali e di qualità del lavoro”.

210mila persone da assumere nelle costruzioni entro il 2028

La spesa per le costruzioni – rivela il rapporto di Randstad Research – rappresenta circa metà degli investimenti fissi lordi nel nostro Paese (220 milioni di euro su 427 milioni complessivi secondo i dati Istat, in particolare nell’ambito residenziale). Il settore è fortemente correlato agli altri comparti industriali: includendo le attività collegate, rappresenta indirettamente il 20% del PIL, con una filiera che coinvolge quasi il 90% dei settori.

È un settore fortemente ciclico. Nella seconda metà degli anni ’90 ha sfiorato 2 milioni di occupati per poi subire una forte contrazione con la crisi finanziaria, seguita da una rapida espansione dal 2019. A fine 2022 l’occupazione delle costruzioni era superiore del 15% rispetto alla media del biennio 2018-19 e il valore aggiunto superiore del 26%: una crescita attribuibile ai forti incentivi fiscali, ma anche al PNRR, di cui avrà la quota più consistente di fondi, circa 62 miliardi di euro nel triennio 2023-2026, con un’occupazione indotta stimabile in 95 mila unità.

Occupati e competenze richieste

Entrando brevemente in dettaglio, dei 1,7 milioni occupati delle costruzioni il 59% risulta essere è impiegato nei lavori di costruzione specializzati, il 35% nella costruzione di edifici, il rimanente 6% nelle grandi opere. La quota di lavoratori indipendenti (circa un terzo) è molto alta, come anche quella stimata di irregolari (15%). Gli occupati sono sensibilmente meno istruiti della media, più della metà non supera la scuola dell’obbligo. Il 92% sono uomini. Solo negli ultimi anni sono stati accolti, in misura minima, giovani, ma la popolazione over 50 è in costante crescita.

Dall’incrocio di 124 professioni dell’edilizia con il repertorio delle competenze ESCO emergono quelle più richieste a chi opera oggi nell’edilizia. Nel dettaglio, le principali conoscenze ricercate nelle persone da assumere sono meccanica, elettricità, principi di ingegneria, standard di qualità, disegni tecnici, matematica, processi di ingegneria, elettronica, software CAD, ingegneria elettrica. Le abilità più richieste invece sono curare l’avanzamento del lavoro, lavorare in maniera ergonomica, risolvere problemi, rispettare le procedure di salute e sicurezza, utilizzare le attrezzature di sicurezza, ispezionare i materiali, avere conoscenze informatiche, saper lavorare in una squadra edile, eseguire un giro di prova, indossare dispositivi di protezione adatti.

Le competenze trasversali più richieste sono: reagire a imprevisti, rispettare le scadenze, dare informazioni sulle riparazioni, monitorare gli standard di qualità, assistere i clienti, definire i criteri di qualità, essere autonomo, assicurare la conformità, essere flessibile.

I profili delle persone da assumere più richiesti dal PNRR

Analizzando le figure professionali edili indicate come fabbisogno nei bandi del PNRR,  le persone da assume più ricercate  (il 62% del totale) sono gli operai, soprattutto generici, ma anche per lavori di ristrutturazione, per lavori di adeguamento sismico e ricostruzione edilizia, per impermeabilizzazione, per costruzione o riqualificazione stradale o edilizia.

Al secondo posto i tecnici, (13%), soprattutto per lavori di costruzione o riqualificazione edilizia o stradale e per adeguamento sismico o ricostruzione. Al terzo gli ingegneri (4%): civili, edili e strutturali, per l’efficientamento energetico, per l’architettura dei giardini. E ancora architetti, addetti al verde e all’arredo urbano, manodopera qualificata generica, progettisti generici, addetti alla manutenzione stradale, idraulici, addetti alla costruzione di impianti di depurazione o trattamento delle acque residue e reflue, addetti a lavori di riparazione e ripristino.

Nonostante gli sforzi, il settore  continua ad essere scarsamente interessato dalle innovazioni digitali che hanno trasformato molti ambiti dei servizi: per livello di digitalizzazione si posiziona al penultimo posto, superando solo l’agricoltura.

Ma molte innovazioni tecnologiche possono impattare positivamente sulla produttività e creare nuove professioni. Tra le diverse che iniziano ad essere impiegate in edilizia, il rapporto evidenzia in particolare robot da demolizione e robot da muratura, saldatura automatizzata, droni, esoscheletri, realtà aumentata, stampa 3D e l’utilizzo di nuovi materiali (come cemento prodotto con rifiuti, materie plastiche riciclate, resine a base vegetale, leganti a basso contenuto di carbonio, legno lamellare incrociato).

Nell’edilizia del futuro saranno richiesti nuovi profili che accompagneranno l’innovazione del settore. Nel breve termine Randstad Research ha identificato nelle persone da assumere gli ingegneri meccatronici, ingegneri Tbm, specialisti della riqualificazione urbana, specialisti del recupero del patrimonio immobiliare, bioarchitetti, consulenti edili e pianificatori della continuità aziendale, impiantisti per la domotica, coordinatori della progettazione del processo edile, coordinatori dell’esecuzione del processo edile, consulenti Leed, assemblatori di squadra, lancisti ed erettoristi, addetti alla logistica inversa per il recupero dei materiali, esperti per l’utilizzo di cemento liquido.

Nel medio e lungo termine le persone da assumere richiesti dovranno essere specialisti di edge computing per smart building, specialisti di ingegneria predittiva, addetti alla programmazione di macchine robotiche, chief sustainability officer, pianificatori urbani, digital twin modelist, addetti allo sviluppo di edifici cognitivi, referenti della conformità, addetti alla prevenzione delle perdite, specialisti Epbd, tecnici della scansione 3d, impiantisti Iot, sviluppatori vr/ar, specialisti di sensoristica, consulenti per la razionalizzazione dei processi, consulenti di archeologia industriale, rappresentanti di pannelli solari, operatori di fabbriche portatili, operatori Tbm, addetti a macchine demolitrici telecomandate, dronisti per la mappatura dei cantieri, tecnici di turbine eoliche, manutentori per il settore energy.

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