Parlamento

    Confermata esclusione finestre, porte e automazioni da bonus Barriere Architettoniche

    In un'aula del Senato semi deserta con 81 voti favorevoli e 48 contrari è stato convertito in legge senza modifiche il contestato decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212 che è intervenuto anche sul bonus Barriere Architettoniche escludendone la possibilità di usufrutto anche per l'adeguamento di finestre e porte

    Si è svolto ieri pomeriggio al Senato l’ultimo atto della temuta e definitiva conversione in legge senza emendamenti del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante “misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali”  che ha determinato la esclusione di finestre, portafinestra, porte e automazioni dal 75% di incentivo previsto fino allo scorso 28 dicembre dal bonus Barriere Architettoniche.

    Testo molto contestato, e contestabile, approvato in un’aula  parlamentare semi deserta che ha ridotto la misura incentivante al superamento delle sole opere che ostacolano le possibilità di ascesa verticale del disabile in carrozzella  o della persona con ridotta mobilità, quindi: scale, rampe, ascensori. Definitivamente fuori rimangono: finestre, porte, automazioni, ecc.

    Rifiutandoci di pensare che tale esclusione sia  aridamente motivata dalla necessità di fare “cassa” riducendo i sostegni alle categorie protette,  irrilevante per legge diventa quindi che la stessa persona disabile che deve salire una rampa di scale possa poi incontrare difficoltà nella propria abitazione ad arrivare/movimentare porte (a cominciare da quella d’ingresso) e  finestre , o che  trovi motivo di ostacolo/inciampo nell’altezza di soglie o di telai di portefinestre.

    Come abbiamo riportato sia in questo spazio che sulle pagine di “Serramenti Design e Componenti” le associazioni di settore non si sono limitate a criticare il discrimine posto da tale esclusione dall’allora decreto legge, ma hanno formulato proposte oggettivamente efficaci nel trovare la soluzione al possibile “abuso” che tale  incentivo poteva generare: legarlo indissolubilmente alla sola presenza nella famiglia richiedente di un disabile/o di una persona con limitata (e certificata) limitazione motoria.

    Problematica estremamente delicata che nell’ambito della animata discussione in aula sugli incentivi in edilizia non è stata mai affrontata da nessuna componente politica. Per dare modo di verificarlo oltre al link della seduta, di seguito ne pubblichiamo il resoconto  stenografico:

    “L’Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1005 di conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

     

    Il relatore, sen. Salvitti (Cd’I), ha illustrato il provvedimento, che si compone di quattro articoli. L’articolo 1, comma 1, riguarda le detrazioni spettanti per interventi Superbonus, stabilendo che non sono soggette a recupero nel caso in cui l’intervento non venga ultimato, se fino al 31 dicembre 2023 è stata esercitata l’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito. Il comma 2 prevede un contributo specifico per cittadini con reddito fino a 15.000 euro e uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento entro la stessa data.

     

    L’articolo 2 estende il divieto di fruizione indiretta dell’agevolazione agli interventi di demolizione e ricostruzione in zone sismiche non richiesti entro il 30 dicembre 2023; si introduce altresì l’obbligo di assicurazione per danni da calamità naturali per chi usufruisce del Superbonus nei Comuni colpiti da eventi sismici.

     

    L’articolo che determina l’esclusione

    L’articolo 3 modifica le detrazioni Irpef per l’abbattimento delle barriere architettoniche, limitandole agli interventi su scale, rampe e ascensori, e richiedendo pagamenti tramite bonifico parlante e asseverazione da parte di tecnici abilitati. Infine, l’articolo 4 stabilisce l’entrata in vigore.

     

    Hanno preso parte alla discussione generale i sen. Fina (PD), che ha sottolineato l’importanza economica del Superbonus, con effetti positivi sul PIL e sull’emersione di lavoratori nel settore edile; Floridia Aurora (Misto-AVS), che ha criticato il Governo per la sua politica di sanatoria degli abusi edilizi e la mancanza di attenzione alle politiche di adattamento al cambiamento climatico; Trevisi (M5S), che ha condannato le modifiche intervenute sul Superbonus così come concepito dal Governo Conte, che hanno trasferito i profitti delle imprese edili alle banche; Orsomarso (FdI), che ha stigmatizzato l’approccio sloganistico alla politica e discusso della necessità di riforme strutturali. 

     

    In replica, il relatore, sen Salvitti, ha evidenziato la mancanza di regole e controlli, che ha portato ad abusi e distorsioni della misura, ribadendo la necessità di un cambio di rotta.

    Nelle dichiarazioni di voto hanno annunciato voto favorevole i sen. De Poli (Cd’I), Rosso (FI-BP), Garavaglia (LSP) e Francesca Tubetti (FdI).

     

    I Gruppi di maggioranza hanno evidenziato i danni causati dalle storture della misura, come la facilità di accesso alla cessione dei crediti, che ha portato a truffe e fallimenti di impresa. Cd’I ha sostenuto che il messaggio errato di ristrutturazione gratuita ha danneggiato il settore edilizio; il provvedimento correttivo è un’azione concreta per risolvere problemi anziché promuovere illusioni; FI-BP ha proposto un ritorno a sistemi di bonus tradizionali, eliminando la cessione di crediti e premiando qualità ed esperienza nel settore edilizio; LSP ha avvertito sulle conseguenze finanziarie a lungo termine, evidenziando come la riduzione delle entrate e l’aumento del deficit limiteranno il margine di manovra del Governo nelle prossime leggi di bilancio; FdI ha accusato i Governi precedenti di aver illuso il popolo italiano, portando avanti politiche assistenzialiste senza criteri di merito, rivendicando il ruolo del Governo Meloni nel porre fine a queste agevolazioni fiscali.

     

    Hanno dichiarato voto contrario i sen. Magni (Misto-AVS), che ha invitato l’Esecutivo a considerare interventi mirati per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, opponendosi alla condonazione che penalizza chi si è comportato correttamente; Turco (M5S), che ha difeso l’utilizzo della cessione dei crediti fiscali come strumento per finanziare la transizione ecologica e sottolineato i benefici economici e occupazionali derivanti dall’implementazione del Superbonus; Cristina Tajani (PD), che ha riflettuto sul mancato adeguamento della misura alla nuova fase post emergenza, sottolineando la necessità di una graduale uscita dalla stessa e criticando il blocco delle proposte di modifica e l’approvazione del decreto senza emendamenti.

     

    La sen. Musolino (IV) ha annunciato l’astensione lamentando una gestione dilatoria e attendista sul tema: le restrizioni del nuovo provvedimento rendano il Superbonus inefficace e insufficiente.

    In apertura di seduta il Vice Presidente Centinaio ha invitato l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio per le vittime dell’incidente avvenuto in un cantiere a Firenze lo scorso venerdì…”

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