Riqualificazioni edilizie, efficienza energetica, incentivi fiscali e vantaggi dell’isolamento degli immobili. Questi i temi in discussi durante il convegno “Riqualificare gli edifici, una necessità per il rilancio del Paese” svoltosi nella mattinata di ieri a Roma e organizzato da F.I.V.R.A. in collaborazione con il centro di ricerca CRESME. Una riflessione fortemente voluta dal settore dell’edilizia in occasione del prossimo recepimento della Direttiva 2010/31/UE, che disciplinerà la legislazione dell’efficienza energetica degli edifici, e della – probabile -proroga degli incentivi per le riqualificazioni energetiche e le ristrutturazioni edilizie. “Il settore ha necessità di un forte intervento legislativo per ripartire e per incidere positivamente sull’economia del Paese – ha commentato Carlo Boschieri, presidente di F.I.V.R.A. -. La direzione da prendere è quella di incentivare le cosiddette riqualificazioni profonde: interventi a lunga vita utile per affrontare nel lungo periodo il nodo cruciale del contenimento dei consumi. L’isolamento ha di gran lunga la maggiore vita utile, superando oltre i 50 anni, mentre le tecnologie impiantistiche si fermano a 20.” Stando ai dati illustrati su un intervallo temporale congruo a quello di vita di un edificio, i consumi energetici nazionali sono in crescita (+17% dal 1981) con un settore, quello civile, particolarmente energivoro, che solo nel 2013 ha consumato circa 47 milioni di tonnellate di petrolio equivalente (pari al 38% dei consumi totali). “Su ciò ha inciso l’ampliamento dello stock edilizio, ma soprattutto la scarsa efficienza dei singoli edifici – ha sottolineato Boschieri – L’isolamento degli involucri non concorre solo al risparmio energetico, ma determina positivamente il comfort termico (invernale ed estivo) e acustico degli immobili”. Interventi di isolamento che sono stati anche oggetto della ricerca “Valutazione della convenienza e dell’impatto economico dell’isolamento termo-acustico degli edifici” commissionata da F.I.V.R.A. al CRESME e presentata durante il convegno. Un’indagine che ha permesso di censire lo stock edilizio italiano potenzialmente oggetto di riqualificazione (8,2 miliardi di m2) e mettere in luce i benefici che gli interventi di coibentazione porterebbero sia in termini ambientali sia economici e sociali. “Si stima che nei prossimi anni solo il 12% delle superfici esterne sarà effettivamente riqualificato, anche se l’investimento necessario per operare sulla totalità delle superfici si aggira attorno a 11,7 miliardi di € all’anno – ha spiegato Paolo D’Alessandris del CRESME – Un costo che corrisponde solo al 15% degli interventi di manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Risulta dunque evidente l’importanza della sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica sul tema”. Da non dimenticare, inoltre, lo stato di vetustà degli edifici italiani: “L’1,6% degli immobili è in pessimo stato di conservazione e ben il 28% è in condizioni soltanto discrete. Nei principali centri abitati quasi il 70% degli edifici ha più di 40 anni, soglia oltrepassata la quale sono necessari interventi di manutenzione straordinaria per mantenere gli standard funzionali dell’abitazione e dell’edificio” ha concluso D’Alessandris.