Il contesto urbano in cui si erige In-Domus Milano Campus Internazionale è omogeneo, concepito e pensato da un unico progettista, l’architetto Vittorio Gregotti; è suo, infatti, il masterplan che ha definito la costruzione dell’intera area. Il progetto architettonico, che nasce su una delle poche aree rimaste libere, si è dovuto confrontare con una serie di elementi propri degli edifici circostanti che hanno contribuito a definirne gli aspetti fondamentali: il volume, gli allineamenti e la morfologia. Per questo motivo, Goring & Straja Studio e la committente hanno deciso di progettare un edificio dal design rigoroso che si distinguesse, però, per le scelte formali e materiche: un «volume monolitico, quasi monomaterico, uniforme alla complessa omogeneità del sito, che utilizza elementi architettonici specifici e materiali a garanzia di pulizia formale, l’acciaio e il vetro, sfruttando tecniche costruttive che ne esaltano le prestazioni».
“Il carattere innovativo dell’edificio risiede nell’elevato livello di prefabbricazione”, spiega Luca Bolzanin (Project Manager Stalhbau Pichler). “La struttura di acciaio a telaio, gli elementi di solaio e i tamponamenti prefabbricati hanno consentito di avere una grande velocità esecutiva, un cantiere estremamente pulito e in sicurezza”. Le peculiarità della carpenteria metallica e l’ampio ricorso all’acciaio strutturale (550 tonnellate complessive) hanno garantito, infatti, la progettazione di un edificio con criteri avanzati di eco-compatibilità e di risparmio energetico nel pieno rispetto dei vincoli paesaggistici, sicuro di fronte alle azioni sismiche, efficiente e funzionale, coniugando gli aspetti di socialità e di collettività propri delle residenze per studenti e considerando, inoltre, eventuali cambi di destinazioni d’uso futuri. Stalhbau Pichler, dunque, ha dato un contributo di primo piano per raggiungere la funzionalità richiesta in diversi ambiti.
Un edificio dalla pianta rettangolare (18×40 metri) e dall’involucro che alterna porzioni opache e porzioni trasparenti, rivestimenti metallici bianchi e vetri riflettenti colorati modulati in un rigore geometrico che dialoga con gli edifici circostanti e che caratterizza visivamente il complesso. Il suo orientamento, obbligato da esigenze urbanistiche, ha offerto spunti per lo studio di particolari punti focali/visivi. Le facciate principali permettono di estendere lo sguardo verso le direttrici verdi est-ovest (il parco Nord e il parco Lambro), mentre dalla facciata sud si apre verso il centro storico. L’alternanza di tamponamenti verticali e superfici vetrate definisce visivamente le funzioni e gli spazi interni dell’edificio all’esterno. Le porzioni vetrate più piccole sono state adottate per le camere e gli alloggi, mentre le grandi e caratterizzanti pareti vetrate sono state utilizzate per identificare le aree comuni e collettive. Una scelta che, oltre a circoscrivere una sistematica metodologia progettuale, genera una precisa gerarchia spaziale tra privato e collettivo, che si riscontra anche attraverso l’uso di macro-ordini e doppie altezze interne. All’interno, il campus si articola attraverso un mix funzionale di piccoli alloggi e camere per un totale di 460 posti letto, tutti collocati tra il primo e il quindicesimo piano dello stabile. Al fine di offrire più spazio e luce alle camere, quasi tutti i servizi comuni sono collocati al piano terra e al primo piano interrato tra cui cucine, sale mensa, sale studio, sala musica e il bar, oltre ai locali di servizio. Il secondo piano interrato è adibito a locali tecnici.
L’acciaio diventa protagonista
In-Domus Milano Campus Internazionale si presenta come un corpo di fabbrica regolare dalla pianta rettangolare (18 x 40 metri) con quindici piani fuori terra per un’altezza complessiva di 54 metri (dal piano strada) e una superficie lorda complessiva di 12.000 metri quadri circa. Un edificio rigoroso caratterizzato dal disegno geometrico delle facciate in cui uno degli aspetti più innovativi è l’elevato livello di prefabbricazione, sia per quanto riguarda le strutture sia per quanto attiene ai tamponamenti opachi e trasparenti.
La tipologia dei vetri
Dopo attenta ricerca e diverse campionature, sono state utilizzate otto tipologie di vetri, quattro per le porzioni trasparenti e quattro per le porzioni opache, in quattro colorazioni diverse nel progetto del campus.
Tutte fornite da Guardian Glass, della serie Float Glass ExtraClear, si alternato quattro diverse tipologie di lastra con rivestimento a controllo solare SunGuard sulla lastra esterna: HP Silver 35/26, HP Neutral 60/40 Tempered, HP Amber 41/29, HP Amber 41/29.
La lastra interna, invece, è del modello a isolamento termico ClimaGuard per quanto riguarda le porzioni trasparenti e Float Clear retrosmaltato (100% coprente, Ral 7035) per le porzioni opache.
Le otto tipologie di vetrocamera assumono così quattro diverse colorazioni alternate nei prospetti (su disegno) e raggiungono, in media, prestazioni di trasmittanza termica pari a W/m²K 1,30 per le porzioni trasparenti e W/m²K 0,17 per le porzioni opache.