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Mercato costruzioni: in Sardegna a soffrire sono le imprese artigiane

In un contesto generale che sembra proporre in maniera sempre più solida una ripartenza del settore costruzioni, lo studio osserva che a poterne risentire il positivo effetto sono   le imprese più strutturate, le forme giuridiche rappresentate in prevalenza dalle società di capitali a discapito delle imprese individuali e artigiane

 

Come nel resto del Paese pure in Sardegna il settore delle costruzioni sembra avvito il suo percorso di risalita , ma l’incremento coinvolgerebbe solo marginalmente le attività artigiane. I dati sulla nati-mortalità delle imprese, elaborati dal Centro Studi della CNA Sardegna, evidenziano infatti un nuovo aumento delle imprese di costruzioni sarde, che trova peraltro conferma nell’osservazione del dato occupazionale, ma non di quelle artigiane.

Nel 2020 il numero di iscrizioni alle Camere di Commercio è risultato ancora in calo (-16,9%), ma le cancellazioni si sono ridotte in maniera molto marcata (-37%), definendo un bilancio complessivo in decisa crescita: 221 imprese attive in più (1,1%), che rappresentano un incremento decisamente maggiore di quello realizzato negli altri settori (+0,6%). La crescita del settore si è consolidata nel primo trimestre 2021, evidenziando, rispetto allo stesso periodo del 2020, un incremento delle iscrizioni di nuove imprese (+10,3%), associato ad una netta riduzione delle cancellazioni (-24,6%), per definire un bilancio complessivo di 189 imprese attive in più (+1%).

Aumento che continua a non coinvolgere le imprese artigiane. Alla fine del 2020 i registri camerali contavano 12.793 imprese artigiane attive nel settore costruzioni, appena 59 in più dell’anno precedente, una crescita in termini relativi pari al +0,5, contro il +2,3% delle imprese non artigiane. Il deficit di crescita del comparto artigiano trova conferma e si approfondisce nell’anno in corso, con un bilancio del primo trimestre 2021 che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, vede il numero di imprese artigiane attive sostanzialmente stabile (solo due imprese artigiane in più), mentre il conto delle non artigiane fa registrare 187 imprese in più, con un tasso di incremento che tocca il +2,7%.

In un contesto generale che sembra proporre in maniera sempre più solida una ripartenza del settore costruzioni, lo studio osserva che a poterne risentire il positivo effetto sono   le imprese più strutturate, le forme giuridiche rappresentate in prevalenza dalle società di capitali a discapito delle imprese individuali e artigiane.

I dati più recenti ne confermano le difficoltà anche in questa nuova fase di crescita. Nel primo trimestre 2021, infatti, crescono solo le imprese costituite in forma di società di capitali, che rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente fanno registrare 253 unità in più (+4,6%), mentre tutte altre forme giuridiche risultano in netto calo, segnando 51 unità in meno tra le società di persone (-2,9%) e 20 unità in meno tra le ditte individuali (-0,2%).

Osservando nel dettaglio la dinamica delle imprese artigiane si ripropone un quadro analogo, evidenziando una dinamica di crescita solo tra le società di capitali, che nello stesso periodo di osservazione segnano 61 unità in più (+8,3%), mentre risultano in calo società di persone (-2,5%) e ditte individuali (-0,3%).

Da sottolineare comunque come la crescita più rilevante tra le imprese artigiane si realizza nel comparto dei “Lavori di costruzione specializzati”, che nel primo trimestre dell’anno segna nel complesso un +1,8% di incremento delle imprese operanti, toccando il +3,9% per le imprese non artigiane. Si tratta del comparto in cui operano le imprese specializzate nell’impiantistica e della serramentistica quindi particolarmente interessato dalle politiche di incentivazione in chiave ecologica.

“In un mercato in profonda trasformazione  sospinto dai processi innovativi della domanda che sempre più premia le imprese più strutturate e dal profilo specialistico più elevato in grado di offrire servizi integrati e complementari, occorre sostenere le imprese sarde nei processi di specializzazione produttiva, aggregazione, crescita dimensionale – hanno dichiarato  il segretario di CNA Sardegna, Francesco Porcu, e il presidente regionale di CNA Costruzioni, Antonello Mascia – se si vuole far crescere e consolidare il tessuto imprenditoriale isolano. E’ questa la condizione per far crescere ed incrementare la quota di spesa pubblica che nel settore dei lavori pubblici vede le imprese sarde aggiudicarsi appena il 20 % della spesa totale del settore”.

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