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La fine dell’effetto Superbonus condiziona l’andamento delle intenzioni di acquisto

I dati rilevati da Findomestic indicano un netto peggioramento delle intenzioni di acquisto degli italiani, soprattutto a causa del pensante arretramento degli investimenti previsti per la casa

La fine dell'effetto Superbonus condiziona l'andamento delle intenzioni di acquistoFine dell’effetto Superbonus sugli investimenti previsti nei prossimi mesi per la casa. A rilevarlo l’analisi sulle intenzioni di acquisto degli italiani dell’Osservatorio Findomestic di maggio realizzata in collaborazione con Eumetra.

Fine dell’effetto Superbonus sulle indicazioni di investimento/spese per l’abitazione di cui non si vedono ancora le ricadute sui dati mensili diffusi da ENEA relativi all’andamento del Super Ecobonus 110% ma il cui effetto risulta essere ben identificabile nelle intenzione di acquisto formulate dal campione sondato da Findomestic.

La fine dell'effetto Superbonus condiziona l'andamento delle intenzioni di acquisto

Dopo 4 mesi di crescita consecutiva, infatti,  le intenzioni d’acquisto a tre mesi degli italiani tornano ai livelli di inizio anno con un calo dell’8,4% rispetto ad aprile ed è soprattutto il comparto “casa” a determinarne l’andamento negativo.

Ed il dettaglio sui prodotti considerati per l’efficentamento energetico rimarca come il pesante calo riguarda le intenzioni d’acquisto di impianti di isolamento termico (-11,8% ) e delle caldaie a condensazione (-9,2%), mentre in controtendenza si rileva un aumento delle intenzioni di acquisto degli impianti fotovoltaici (+11,9%) e degli infissi (+4,4%).La fine dell'effetto Superbonus condiziona l'andamento delle intenzioni di acquisto

Ma pur soffrendo della fine dell’effetto Superbonus, il comparto “casa”  non è l’unico a subire un ripiegamento delle intenzioni d’acquisto: senza una prospettiva concreta di incentivi nuovi o rivisti nei parametri anche le auto nuove cedono il 7% (tengono meglio le elettrificate a -1,4%) e le usate l’11%. Torna invece positivo il settore della tecnologia dopo il calo generalizzato della propensione all’acquisto (e delle vendite) registrato nel primo trimestre dell’anno.

“I primi mesi del 2023 sono stati contraddistinti da una ripresa della propensione al consumo – ha spiegato Gilles Zeitoun, A.D. e Direttore Generale Findomestic – che ha trovato riscontro negli effettivi acquisti di beni durevoli, in crescita ma ancora frenati da un contesto che resta di forte preoccupazione.

Il fenomeno dell’inflazione rimane la prima preoccupazione nel Paese (6 risposte su 10 nella nostra rilevazione) e continua ad influenzare i comportamenti di spesa che restano improntati alla prudenza. Non a caso, con i redditi che crescono meno dei prezzi dei beni di consumo, al secondo posto tra le preoccupazioni più avvertite (39% di preferenze) troviamo quella relativa al progressivo calo del potere d’acquisto familiare”.

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