Dopo un anno mezzo di numeri in diminuzione, i fallimenti e le liquidazioni volontarie (in bonis) risultano essere tornati a crescere in modo anche molto pesante per alcuni comparti tra cui quello delle costruzioni. A rivelarlo è Andrea Marchi di Cerved con riferimento all’ultimo studio “Le chiusure di impresa nel 2q 2023 e gli impatti sull’economia reale”, che analizza lo stato dell’arte di fallimenti e liquidazioni delle imprese del Paese.
Stando ai risultati evidenziati dallo studio, nel secondo trimestre dell’anno in corso i fallimenti risulterebbero essere aumentati del 1,5% ( corrispondenti a 2.070) mentre quello delle liquidazioni volontarie (definite in bonis) registrano una forte impennata: + 26,1% equivalenti a 10.446 liquidazioni volontarie.
Stando ai dati diffusi, complessivamente, nei primo semestre dell’anno sarebbero andati spersi 81.000 posti di lavoro e oltre 1 miliardo di euro di valore aggiunto (oltre a 2,5 miliardi di debiti finanziari e 1,8 di debiti commerciali).
“Nel triennio 2020-2022, gli effetti delle crisi e del rallentamento congiunturale non si sono tradotti in un aumento delle uscite dal mercato e delle chiusure di impresa, che hanno registrato sei trimestri consecutivi di riduzione mantenendosi su livelli ampiamente inferiori al pre-covid – ha commentato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved- . Tuttavia, i dati del 2023 fanno emergere una chiara inversione di tendenza: l’impennata dell’inflazione e il conseguente rialzo dei tassi di interesse, si sono manifestati in modo asimmetrico sulle imprese. Intercettare tempestivamente segnali di allarme e gestire situazioni di crisi, avvalendosi di dati, algoritmi predittivi e tecnologia, è sempre più fondamentale”.
Andamento fallimenti
Scendendo brevemente in dettaglio i fallimenti risultano avere coinvolto per lo più le PMI, in crisi di liquidità e in ritardo nei pagamenti. Il maggiore incremento si registra in particolare per le ditte individuali (+27,7%) e per le società di capitale con fatturato compreso tra i 2 e i 10 milioni di euro (+44,8%).
Per quanto riguarda i settori, industria e servizi sono i comparti più colpiti (con un aumento dei fallimenti rispettivamente del 5,2% e dell’1%). I principali rialzi si registrano, in particolare, negli alberghi (+50%), nei prodotti all’ingrosso per le costruzioni (+36%) e nella ristorazione (20%).
A livello geografico, sono le regioni del Nord-Est e del Centro quelle che presentano la maggiore crescita dei fallimenti (+12,1% e +11,6%). Viceversa, Nord Ovest e Sud Italia registrano invece un calo (-4% e -7,1%). La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta (-33,3% dei fallimenti), seguita dal Trentino-Alto Adige (-32%). La peggiore è il Molise con un aumento dell’85,7%.
Andamento liquidazioni volontarie
Per quanto riguarda le liquidazioni in bonis, a guidare il fenomeno sono le società di capitale e in particolare le PMI con fatturato tra 2 e 10 milioni di euro (+71%).
I maggiori incrementi riguardano il settore delle costruzioni (+33%), seguito da quello dei servizi (+26.2%) e dell’industria (+22,8%). Entrando nello specifico dei comparti, l’aumento più alto si registra tra le società operanti nel settore dei metalli (+128.6%), negli alberghi (+57,9%) e nei prodotti all’ingrosso per le costruzioni (+50%).
Dal punto di vista geografico, invece, la crescita coinvolge tutte le macroaree del nostro Paese con il Nord Ovest quella in cui si registra l’incremento maggiore (+30,7%), seguito dal Centro (+27,4%), dal Sud (+23,5%) e dal Nord Est (+21,7%), con i maggiori rialzi in Umbria (+75,2%), Calabria (+42%).