Quali sono i tessuti socio economici territoriali che meglio hanno resistito agli shock della pandemia e degli eventi bellici oltre alla velocità imboccata per la ripresa?
Una risposta ponderata ha provato a darla l’istituto Demoskopika che ha ideato IRER, originale indice di resilienza economica regionale costruito su sei parametri: prestiti alle imprese, natalità imprenditoriale, prestiti alle famiglie, occupati a tempo pieno e parziale, persone a rischio di povertà o esclusione sociale ed entrate tributarie ed extra-tributarie locali.
Dallo studio presentato che riguarda l’anno passato emerge una capacita locale di tenuta (resilienza) agli shock socioeconomici a macchia di leopardo e che sembra costretta a proseguire, con la stessa “timidezza”, anche nei primi mesi dell’anno in corso. Probabilmente, molto dipenderà dalle decisioni sui tassi di sconto della BCE (la banca centrale europea).
«La voglia di resilienza – ha dichiarato Raffaele Rio, presidente di Demoskopika – è rallentata da alcuni fattori condizionanti l’abilità dei sistemi economici territoriali di riprendersi da recenti shock, tra cui la fase pandemica e la guerra in Ucraina. Stiamo assistendo, nella sostanza, ad una resilienza a metà, a una semi-resilienza.
In particolare, inibire la velocità di ripresa, certificata prioritariamente da una riduzione dei prestiti alle imprese e alle famiglie consumatrici, sicuramente il più che significativo rialzo, nel corso del 2023 dei tassi di interesse deciso dalla Banca centrale europea al 4,5%, mai così alto dal 2001; e, ancora, la contrazione del clima di fiducia delle imprese che, nonostante una graduale tendenza rialzista in chiave congiunturale (107,2 punti a dicembre del 2023 a fronte dei 103,5 punti nel mese precedente) risulta ancora inferiore al mese di dicembre del 2022 (107,9); infine, a contribuire a fiaccare il monte prestiti erogato ai vari sistemi economici locali, anche la crescita delle richieste di garanzia e dei limiti alle scadenze.
Sarà fondamentale osservare alcune variabili nei primi mesi del 2024, dall’inflazione complessiva ai prezzi delle materie prime, dal costo del credito al livello di indebitamento degli enti locali per misurare l’esigenza di liquidità e la propensione agli investimenti dei sistemi locali, dal potere di acquisto alla richiesta di mutui delle famiglie e, non ultimo, agli effetti dell’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)».
Se da un lato crescono di ben oltre mezzo milione gli occupati e risultano quasi 511 mila in meno le persone a rischio povertà o esclusione sociale, dall’altra, non mancano le “reazioni negative” con, in particolare, una contrazione per i prestiti erogati al sistema imprenditoriale e alle famiglie complessivamente di poco più di 54 miliardi di euro oltre a mancati incassi per gli enti locali pari a circa 6,4 miliardi di euro.
Rimandovi per la lettura di ulteriori dettagli e commenti alle pagine di “Serramenti Design e Componenti” secondo questo originale indice sono cinque le realtà regionali a collocarsi tra le più resilienti: Campania, Toscana, Puglia, Veneto e Sicilia.
In particolare, a registrare un livello più alto di resilienza, ossia di capacità a riprendersi da shock economici dei propri sistemi socio economico sono la Campania che ha totalizzato 110,50 punti, la Toscana con 105,14 punti, la Puglia con 103,98 punti, il Veneto con 103,97 punti e la Sicilia con 103,95 punti.
Nell’area dei sistemi economici e sociali con un livello di resilienza “medio-alto” si posizionano altre sei realtà regionali: Valle d’Aosta (102,30 punti), Basilicata (102,21 punti), Lombardia (102,17 punti), Friuli Venezia Giulia (101,42 punti), Calabria (100,79 punti) e Emilia-Romagna (100,75 punti).
A seguire, nell’area caratterizzata da un livello medio-basso di resilienza economica si collocano: Molise (99,21 punti), Marche (99,05 punti), Trentino Alto Adige (98,99 punti) e Abruzzo (98,84 punti).
A manifestare minore capacità in un percorso di graduale ripresa e di uscita dagli shock economici dovuti principalmente a emergenza pandemica e conflitto Russia-Ucraina, collocandosi, dunque, nel cluster dei sistemi con un livello basso di resilienza, infine, si posizionano Lazio (98,75 punti), Umbria (98,55 punti), Piemonte (97,52 punti), Liguria (95,90 punti) e, infine, Sardegna (93,52 punti).