In occasione del quarto appuntamento della PVC Academy, Plastic Consult ha presentato i risultati dell’annuale indagine di mercato effettuata per conto di PVC Forum Italia illustrando il consuntivo 2023, le prospettive per l’anno in corso e nel medio termine.
Consuntivo che indica per il 2023 un totale di PVC vergine consumato in Italia di 535.500 tonnellate rispetto alle 585mila tonnellate del 2022, facendo cosi segnare per il secondo anno consecutivo una sensibile contrazione.
Ad eccezione dei tubi in pressione – rimasti stabili – pure l’export avrebbe registrato una contrazione sulla quale pesa anche l’impatto negativo a livello europeo dell’inflazione sul settore delle costruzioni.
Nonostante le sopra citate difficoltà, l’edilizia conferma in Italia il suo storico primato tra i settori applicativi che per i serramenti vedono un consumo totale nel 2023 di 87.700 ton (esclusi i profili per tapparelle e oscuranti) così suddiviso:
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450 ton (16.450) – profili in PVC prodotti e venduti in Italia (19%);
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250 ton (62.250) – profili in PVC importati per finestre prodotte in Italia (71%);
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000 ton (9.000) – finestre in PVC finite importate (10%).
Proseguirebbe quindi la crescita (+ 3,8% sul 2022) dei volumi di profili finestra in PVC venduti, mentre risulterebbe in diminuzione il fatturato generato a causa ” del decrescere dei costi produttivi (soprattutto materie prime ed energia). Inoltre, sempre secondo Plastic Consult , rimarrebbe sostanzialmente stabile la quota di finestre importate.
La offerta/domanda di serramenti in PVC si conferma orientata su spessori da 74-76 mm anche se alcuni operatori sono tornati ai 70mm.
“Nonostante il ridimensionamento dei bonus fiscali (2024 al 50%, 2025 al 36%) – si legge nel comunicato – per i serramenti in PVC l’anno in corso dovrebbe essere di “transizione” con un contenimento del volume in calo grazie ad un’ulteriore “coda dei lavori””.
Contenimento che dovrebbe inserirsi in un contesto di mercato per il quale si prospetta un semestre 2024 in ripresa per il PVC vergine (più nel rigido che nel plastificato) soprattutto grazie alle ottime indicazioni che arriverebbero dai comparti tubi e compounding anche grazie agli investimenti previsti nel PNRR per le infrastrutture e in virtù dei recenti dazi antidumping imposti dalla UE sull’import di resina da USA ed Egitto.
Sostanziale stabilità è prevista invece per il PVC riciclato , mentre nel medio termine le indicazioni del campione di imprese sondato risultano essere meno conservative indicando per il 2027 una possibile ripresa dei consumi dal 25% dei compoundatori/riciclatori e dal 43% dei trasformatori, in ragione delle evoluzioni normative e di una maggiore richiesta dal mercato di prodotti sempre più sostenibili.