Gratuitamente consultabile da OMI la diciassettesima edizione del volume “Statistiche Catastali 2023” che fornisce una sintesi completa sull’entità e le caratteristiche del patrimonio immobiliare, così come è censito nella banca dati del Catasto fabbricati aggiornato al 31 dicembre 2023. Si tratta di elaborazioni statistiche sui dati censuari realizzate dall’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) con la collaborazione della Direzione centrale Servizi catastali, cartografici e di pubblicità immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
La consueta pubblicazione annuale riguarda oltre 78 milioni di immobili di tutto il territorio nazionale, comprendendo anche lo stock immobiliare delle province di Trento e Bolzano, che gestiscono in proprio gli archivi censuari del Catasto.
Dei 78,4 milioni di immobili, circa 67,5 milioni sono censiti nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con attribuzione di rendita, oltre 3,7 milioni sono censiti nelle categorie catastali del gruppo F, che rappresentano unità prive di reddito e identificate, generalmente, a fini inventariali (aree urbane, lastrici solari, unità in corso di costruzione o di definizione, ruderi) e circa 7 milioni sono beni comuni non censibili, cioè di proprietà comune e che non producono reddito.
Tra gli immobili ordinari e speciali la maggior parte, il 54% circa, è costituita da abitazioni (gruppo A) e il 43% è rappresentata da pertinenze delle abitazioni ed immobili commerciali (gruppo C), quindi soffitte, cantine, box e posti auto ed anche negozi, magazzini e laboratori.
La restante parte dello stock, è costituita per il 2,5% da immobili con destinazione speciale (gruppo D), per una quota pari a 0,2% si tratta di immobili a destinazione particolare (gruppo E) e infine, lo 0,3% sono immobili d’uso collettivo (gruppo B).
In volume le abitazioni ammontano a 35,6 milioni, circa 86 mila unità in più di quelle rilevate nel 2022 a testimonianza di una andamento ancora in crescita del mercato. Nel dettaglio delle singole categorie si notano tassi di crescita prossimi all’1% per le abitazioni civili e di tipo economico A/2 e A/3, per i villini A/7, e per le abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi A/11.
Di contro, c’è una diminuzione del numero di abitazioni signorili A/1, di abitazioni popolari A/4 e di ville A/8. Diminuiscono anche le abitazioni di tipo ultrapopolare A/5 e rurali con tassi più accentuati rispetto alle precedenti categorie: la diminuzione è del 2% circa. Lo stock residenziale è soprattutto di proprietà delle persone fisiche, oltre 33 milioni di unità, quasi il 93% del totale.