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Direttiva case green, il valore economico della nuova (possibile) leva per l’edilizia

Nonostante le riscritture gli obiettivi di fondo della EPBD rimangono in linea con la strategia “Ondata di ristrutturazioni” definita nel 2020. Ondata che per il mercato delle ristrutturazioni edilizie potrebbe rappresentare una nuova potente leva di crescita. Una approfondita ricerca del POLIMI GSoM ne ha sviluppato una stima economica

 

Direttiva case green, il valore economico della nuova (possibile) leva per l'ediliziaNonostante il nostro Paese non l’abbia ancora recepita, la direttiva  EPBD 2010/31/UE sulle performance energetiche degli edifici – dispositivo legislativo comunitario meglio noto come “Direttiva case green” –  ha una potenziale grande rilevanza anche per lo sviluppo della filiera del serramento in considerazione degli obiettivi di efficientamento  degli edifici residenziali definiti e scadenzati nel  tempo.

Riduzione che al 2030 dovrà essere pari a 6,32 Mtep, di cui il 55% dovrà riguardare i consumi di energia primaria provenienti da edifici nelle peggiori condizioni (viene considerata la classe G per l’Italia) e che dovrà, inoltre, coinvolgere almeno il 43% del parco edilizio degli edifici in peggiori condizioni, in termini di metrature o numero di abitazioni.

Obbiettivi articolato nella “Direttiva case green” che danno ulteriore sostegno alla volontà definita a livello comunitario, di incoraggiare il percorso  della strategia “Ondata di ristrutturazioni” definita nell’ottobre 2020 che prevede misure concrete di regolamentazione. Ondata che se si tiene conto della tipologia minima di interventi necessari per raggiungere l’obiettivo al 2030 (sostituzione caldaia e finestre) e del grande numero di cantieri necessari, rende evidente quanto grande sia in valore e volume il potenziale di leva per la crescita che potrà essere esercitata anche sul mercato dei serramenti e delle facciate vetrate.

Del resto, la conclusa esperienza del Superbonus ha reso evidente come la parabola di crescita degli investimenti nel settore residenziale ha rappresentato una indubbia opportunità per il comparto dell’efficienza energetica spingendo in particolare quegli interventi (cappotto termico e serramenti, che contano quasi il 50% del totale) che prima del SuperEcobonus erano stati relegati ad un ruolo più marginale. Ma come sarà possibile ora ri-alimentare finanziariamente in Italia l’“Ondata di ristrutturazioni” che si renderà necessaria per raggiungere l’obiettivo?

Le condizioni di indirizzo politico ed economiche in materia rendono di fatto, impossibile al momento anche solo provare a rispondere alla domanda, però una indicazione degli investimenti che saranno necessari l’ha sviluppata il Politecnico 1863 School of Management di Milano con la ricerca “Energy Efficiency Report 2024”. Interessante Studio di oltre 110 pagine che articola pure diversi Focus.

Rimandandovi per i dettagli commentati alla lettura di “Serramenti Design e Componenti“, i ricercatori hanno stimato che alle condizioni poste dal modello utilizzato, per intervenire sul 43% degli edifici di classe G accatastati nel Paese con l’obiettivo di abbattere al 2030 i consumi energetici del 20%  sarebbero necessari tra i 93 ed i 103 miliardi di euro.

Investimenti che per ottenere un abbattimento dei consumi del 70% (quindi con l’utilizzo pure del cappotto) salgono a 156 – 173 miliardi. Se si considera, poi, che è indispensabile completare il raggiungimento degli obiettivi con analoghi interventi sugli edifici delle altre classi energetiche il conto complessivo stimato raggiunge i 169 – 187miliardi di euro.

Un valore oggettivamente comparabile con quando complessivamente investito nell’ultimo triennio tra Superbonus, Ecobonus e Bonus casa/ristrutturazioni, ma già ora dubitiamo fortemente che vi sia la volontà di reperire tali somme nelle decine di migliaia di “pieghe” che caratterizzano la finanza pubblica italiana per un periodo che si estende al 2030.

 

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