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Forte rimbalzo mercato tecnologie lavorazione legno

+58% per gli ordinativi e + 87,8% per la domanda. I dati rilevati da Acimall nel 1° trimestre sembrano indicare un punto di svolta rispetto a un 2020 che anche per questo settore verrà ricordato come uno dei periodi più difficili in assoluto

 

Forte rimbalzo mercato tecnologie lavorazione legnoNel 1° trimestre del 2021 il mercato delle tecnologie per la lavorazione del legno registra un forte rimbalzo. Forte rimbalzo la cui intensità raggiunge secondo le rilevazioni Acimall valori decisamente notevoli facendo segnare una crescita del 58% per gli ordinativi ed un eclatante  87,8% per la domanda.

“Non ci poteva essere modo migliore di iniziare il nuovo anno. I dati elaborati dal nostro Ufficio studi confermano quella che da tempo era una “forte sensazione”: il 2021 è iniziato sotto i migliori auspici, con una domanda di tecnologie per l’industria del mobile e il legno in forte crescita”.

Luigi De Vito, presidente di Acimall ­– l’associazione che riunisce i costruttori italiani del comparto, le tecnologie, gli utensili le attrezzature per la lavorazione del legno e dei suoi derivati – commenta così gli eccellenti dati rilevati nei primi novanta giorni di quest’anno dall’ufficio Studi dell’associazione. Dati che vedono anche una crescita del 52% degli orinativi dai mercati esteri.

“Indubbiamente il confronto è con un periodo – il gennaio-marzo dello scorso anno – fortemente segnato dalle chiusure imposte dalla emergenza sanitaria mondiale, ma ciò non toglie che il rimbalzo sia di una portata superiore alle nostre aspettative, peraltro sostenute dai segnali positivi che erano già giunti dall’ultimo trimestre 2020”, ha aggiunto De Vito.

In termini assoluti il forte rimbalzo fatto registrare dagli ordinativi  nel primo trimestre  2021 riporta l’industria italiana delle tecnologie per il legno ai massimi livelli, registrati nel 2018, segnando un aumento congiunturale sul trimestre precedente di un ulteriore 17,6%.

Positive le aspettative per i prossimi trimestri

Dalla indagine trimestrale che l’Ufficio studi di Acimall realizza, coinvolgendo un campione statistico rappresentativo, emerge inoltre che il carnet ordini è pari a 4,1 mesi, mentre la variazione dei prezzi dal primo gennaio di quest’anno è pari all’1%. Il fatturato, rispetto al primo trimestre 2020, aumenta del 2,4 %.

Gli intervistati hanno fornito indicazioni chiare anche sul versante della indagine qualitativa: il 75% del campione ha indicato un trend di produzione positivo (+25% rispetto al trimestre precedente, segno evidente di una crescente fiducia in mercati più “reattivi”); il 5% un calo ed il restante 20% una sostanziale stabilità. Positivo il dato rilevato anche sul versante dell’occupazione (il 40% ne ha indicato un aumento), mentre  sullo sviluppo delle esportazioni il 55% degli intervistati  ritiene che l’andamento si assesterà sui valori attuali ed  45% si è dichiarato convinto che le cose non potranno che andare meglio.

Prendendo in considerazione il solo mercato interno i dati si invertono: il 55% del campione si è pronunciato per una ulteriore crescita, il 40% per la stabilità, ed il restante il 5% ritiene possa esserci una flessione.

Consuntivo 2020 da dimenticare

Il forte rimbalzo registrato nel primo trimestre 2021 sembra dunque indicare un punto di svolta rispetto a un 2020 che verrà ricordato come uno dei periodi più difficili che il settore abbia mai avuto modo di affrontare.

Secondo i dati a consuntivo sempre elaborati dall’Ufficio studi di Acimall la produzione delle imprese italiane nel 2020 si è fermata a 1.848 milioni di euro, ovvero ben il 18,4% in meno rispetto al 2019. Una forte flessione che, com’era facilmente prevedibile, ha preso corpo nella prima parte dell’anno, quando più forti e diretti si sono fatti sentire i provvedimenti per contrastare la pandemia di “Covid-19”.

Dai mesi estivi si è poi registrato un andamento decisamente più positivo, specialmente nell’ultimo trimestre dell’anno; una svolta preziosa, che ha ridato fiducia e positività a tutto il settore, ma che non è stata sufficiente per recuperare il tempo, gli ordini e il fatturato perduto, per quanto abbia indubbiamente consentito di chiudere il 2020 meglio di come si era ipotizzato nei mesi più duri.

Una situazione mondiale che ha fatto ovviamente sentire il proprio peso anche nelle esportazioni, diminuite del 15,8% rispetto al 2019 per un valore assoluto pari a 1.330 milioni di euro.

 

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